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La droga diretta in carcere scoperta dal cane Jesson

La droga diretta in carcere scoperta dal cane Jesson

ORISTANO. In un modo o nell’altro la droga in un carcere arriva sempre, nonostante i tanti controlli. Ma ora, grazie ad un apposito servizio di prevenzione, diventa certamente più difficile farla...

24 ottobre 2013
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ORISTANO. In un modo o nell’altro la droga in un carcere arriva sempre, nonostante i tanti controlli. Ma ora, grazie ad un apposito servizio di prevenzione, diventa certamente più difficile farla arrivare ai detenuti. Il tentativo di rifornire di sostanze stupefacenti alcuni detenuti nel carcere di Massama è stato vanificato proprio dall’intervento delle squadre del reparto cinofilo della polizia penitenziaria. Durante uno dei controlli già programmati, il fiuto di uno dei cani antidroga ha consentito di individuare la droga in uno dei bagni riservati ai familiari dei detenuti. Probabilmente stava per essere trasferita al detenuto quando la presenza dei cani ha fatto saltare la consegna. Qualcuno dei visitatori ha fatto in tempo a disfarsi della droga gettandola nel lavandino. I residui della sostanza stupefacente non sono però sfuggiti al fiuto del cane Jesson. Gli agenti hanno quindi effettuato i controlli e stanno proseguendo con gli accertamenti del caso.

L’importanza dell’operazione antidroga effettuata nel nuovo carcere di Massama è stata commentata positivamente da Giovanni Villa, segretario regionale del sindacato nazionale sicurezza della Cisl. «A pochi giorni dal rinvenimento di sostanze stupefacente nel carcere di Cagliari, il reparto cinofilo di Macomer, coordinato dal comandante di reparto e dall'ispettore dell'ufficio comando di Massama – ha spiegato Giovanni Villa - hanno ottenuto un nuovo importante risultato. I colleghi del reparto cinofilo nell’effettuare dei controlli sui familiari e nei locali dei bagni da loro frequentati hanno notato della sostanza di colore bianco proprio sul lavandino. La successiva analisi tecnica ha confermato che le tracce erano di cocaina, nascosta all’interno di una bustina con chiusura ermetica e un ovulo in lattice che aveva al proprio interno dei residui di cocaina. È molto probabile che il familiare di un detenuto, accortosi della presenza dei cani, sia riuscito a disfarsi della cocaina cercando di buttarla all'interno del sifone del lavandino».

«Grazie all'olfatto del cane e alla professionalità dei colleghi – ha concluso Giovanni Villa - si è riusciti ad evitare che della sostanza stupefacente entrasse all'interno della nuova struttura carceraria».

Per il direttore dell’Istituto Pierluigi Farci questo purtroppo non è una novità: «La vecchia struttura di piazza Manno presentava diversi problemi e nonostante i controlli qualcosa riuscivano a trasferirla all’interno – ha ricordato il direttore Pierluigi Farci –. Oggi grazie al nucleo cinofilo di Macomer i controlli sono più accurati». (e.s.)

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