La Nuova Sardegna

Oristano

Caterina Pes: «Il ministro dica se arrivano i 41 bis»

di Elia Sanna
Caterina Pes: «Il ministro dica se arrivano i 41 bis»

Interrogazione della deputata del Pd sul trasferimento di detenuti a Massama Dubbi non chiariti sulla presenza di mafiosi in regime di massima sicurezza

26 ottobre 2013
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ORISTANO. Il trasferimento dei primi detenuti ad alta sorveglianza nella casa circondariale di Massama finisce in Parlamento con un’interrogazione presentata dalla deputata Caterina Pes. La parlamentare del Pd ha chiesto al ministro Anna Maria Cancellieri se corrisponda al vero che è previsto nei prossimi giorni l’arrivo di altri detenuti non solo ad alta sorveglianza, ma sottoposti anche al regime del 41 bis.

«Nei giorni scorsi sono sbarcati a Cagliari 132 detenuti tra camorristi, mafiosi, trafficanti internazionali di droga, diretti a Oristano, Nuoro e Tempio – ha scritto nell’interrogazione Caterina Pes –, 42 sono stati trasferiti nel nuovo carcere di Massama. Sappiamo che questi devono essere sottoposti a strettissime e specifiche misure di sorveglianza, quindi sotto massima sicurezza, e devono essere ristretti all’interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, collocati preferibilmente nelle aree insulari come prevede un’apposita legge».

Proprio a causa della loro pericolosità questi detenuti richiedono quindi un notevole spiegamento di forze, strutture adeguate, sorveglianza costante, che si differenzia da quella ordinaria cui sono sottoposti i detenuti cosiddetti comuni. È evidente che diventa indispensabile avere un adeguato numero di agenti di polizia penitenziaria, ma anche di altre categorie fondamentali come quella degli educatori. Caterina Pes ha ricordato come il sindacato di polizia dell’Ugl abbia già avanzato un’urgente richiesta di adeguamento delle misure assistenziali e strutturali oltre al potenziamento dell’organico.

«L’imminente arrivo di altri detenuti a Massama – ha scritto Caterina Pes nell’interrogazione – creerà certamente forte motivo di preoccupazione fra gli abitanti per la possibilità di eventuali rischi d’infiltrazione del sistema mafia nel territorio della Sardegna. Ancora indenne da questo fenomeno – ha osservato la parlamentare – ma non per questo, inviolabile dall'insediamento della criminalità organizzata che, invece, potrebbe costituire una minaccia permanente alla convivenza civile e un ostacolo enorme al progresso dell’isola. Forti timori si hanno anche per il turismo penitenziario che potrebbe svilupparsi a causa del trasferimento di personaggi di spicco delle cosche mafiose».

Caterina Pes chiede poi al ministro se ritenga opportuno chiarire se i detenuti trasferiti o in procinto di essere trasferiti in Sardegna rientrino nel disposto del 41 bis o in regime di sorveglianza speciale. E ancora, se non ritenga opportuno valutare ulteriori iniziative per evitare una dislocazione massiccia in Sardegna di questi detenuti, la cui presenza ha comportato effetti negativi per l’immagine dell’ isola che si basa, in assenza di altre risorse primarie, sulla dimensione turistica.

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