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Cuccioli gettati nel fiume per un’assurda sfida tra bimbi

Cuccioli gettati nel fiume per un’assurda sfida tra bimbi

BOSA. «Una prova di forza tra bambini. Che vanno aiutati a capire la differenza tra bene e male», è la convinzione della consigliera comunale Piera Addis che torna sul triste episodio del lancio dei...

27 ottobre 2013
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BOSA. «Una prova di forza tra bambini. Che vanno aiutati a capire la differenza tra bene e male», è la convinzione della consigliera comunale Piera Addis che torna sul triste episodio del lancio dei cani dal ponte pedonale sul Temo. «Volevano misurare il coraggio di alcuni del gruppo. Un gesto di balentìa tra bimbi – racconta Piera Addis –. Qualcuno questo coraggio o per meglio dire questa crudeltà l'ha avuta, una crudeltà spaventosa, che a pensarci fa rabbrividire, soprattutto perché proviene da bimbi, che i cuccioli come loro li dovrebbero amare e proteggere».

Forse questo spirito ha spinto alcuni di loro a precipitarsi a salvare uno dei cuccioli “Che con tutta la sua disperazione ha nuotato ed è riuscito a raggiungere la riva. Mi chiedo dove sia ora quel cucciolo, se veramente è in salvo», l’ulteriore interrogativo. L’episodio intanto ha scosso profondamente l’opinione pubblica, e spinto molti a interrogarsi sulle nuove generazioni oltre che su una necessaria azione culturale che faccia crescere il rispetto verso animali indifesi.

«Si tratta di bimbi che vanno aiutati a capire le differenze tra il bene e il male e che hanno bisogno di essere guidati», è la considerazione finale di Piera Addis, certamente condivisa da tanti. L’aiuto potrebbe arrivare dalla presenza di strutture o attività da realizzare e pianificare anche a costo di qualche rinuncia o sacrificio finanziario, in una città che urbanisticamente non sembra proprio a misura di bambino. A Bosa non esiste parco giochi degno di questo nome e il ritrovo è spesso Piazza Monumento, che si trasforma in improvvisato e non adatto campo aperto per partite di pallone o palline, e in tourbillon di passeggini, biciclette e triciclo, solitamente sotto il vigile occhio di genitori o accompagnatori che possono intervenire in caso di problemi. Zone come Santa Caterina, Terridi o Bosa Marina sono però lontane dal centro e quindi si gioca per strada a volte senza la costante presenza degli adulti.

A. F.

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