La Nuova Sardegna

Oristano

incontro con l’assessore

Bimba romena sotto tutela, i genitori la vogliono con sé

di Elia Sanna

ORISTANO. Non demordono e vogliono riprendersi la figlia che gli sarebbe stata portata via dalla polizia illegittimamente. I genitori della ragazzina romena di dodici anni, sottoposta a tutela dopo...

30 ottobre 2013
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ORISTANO. Non demordono e vogliono riprendersi la figlia che gli sarebbe stata portata via dalla polizia illegittimamente. I genitori della ragazzina romena di dodici anni, sottoposta a tutela dopo un presunto caso di prostituzione minorile, non si vogliono arrendere e ieri mattina hanno incontrato l’assessore comunale Maria Obinu e l’assistente sociale.

La ragazzina, attualmente affidata a una comunità di accoglienza religiosa per minori, accompagnati dai parenti, hanno chiesto un incontro a palazzo degli Scolopi. «Hanno voluto sapere come sta la bambina e chiesto di avere ulteriori informazioni sulla delicata vicenda che ha portato la magistratura a tutelare la loro figlia – ha confermato l’assessore ai servizi sociali Maria Obinu –. Ho ribadito che come amministrazione non abbiamo alcuna competenza su questo aspetto e neppure abbiamo contatti con gli attuali tutori della ragazzina. Il loro obiettivo – ha spiegato l’assessore – è quello di rientrare in Romania con la figlia ed è questo che hanno spiegato alcuni giorni fa ad un magistrato del tribunale dei minori di Cagliari».

Nessuno degli interessati ha però rilasciato dichiarazioni se non quelle contro la stampa, messa sotto accusa per come è stata trattata la loro vicenda. «Non parlo con i giornalisti e non ho nessuna intenzione di dire altro su quanto è accaduto alla nostra famiglia – ha sottolineato il padre della ragazzina –. Lasciateci in pace non abbiamo bisogno di voi».

Poche parole accompagnate dalla rabbia e dalla disperazione per una dolorosa vicenda che è nata e si è sviluppata in un ambiente degradato e a rischio dove vivono purtroppo anche tanti bambini. La decisione della Questura era nata dopo le indagini della squadra mobile. Gli investigatori sono convinti che la ragazzina, che viveva con una zia nel campo allestito sulle sponde del Tirso, rischiava forse di finire in un giro di prostituzione minorile. Da qui la decisione di segnalare il caso al tribunale dei minori con la richiesta della sua protezione. La ragazzina era stata quindi affidata alle suore di una comunità religiosa. Due giorni la piccola era stata portata al San Martino per degli accertamenti sanitari. Fu in quella occasione che i genitori, dopo essere arrivati espressamente dalla Romania, decisero di portare via la loro figlia. Il tentativo era stato vanificato dall’intervento della polizia.

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