La Nuova Sardegna

Oristano

Glicine invadente, scatta la multa

di Claudio Zoccheddu
Glicine invadente, scatta la multa

Sanzione da 357 euro per un pensionato che non aveva sfrondato la sua pianta

10 novembre 2013
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ORISTANO. La siepe sporge, scatta la multa. Il verbale di 357,20 euro non è stato comminato a uno svizzero che ha infranto la proverbiale precisione della sua nazione, ma a un pensionato di viale Diaz. La storia inizia il 23 settembre quando Peppino Carrus riceve il verbale numero 408 che gli comunica la sanzione per i suoi glicini che «chiudono il regolare transito dei pedoni».

Una sanzione spropositata anche perché, racconta Carrus: «Ho sempre curato la mia siepe, è il mio hobby. Sono stato ricoverato per un intervento chirurgico e non me ne sono occupato per qualche tempo». L’incuria, però, non è sfuggita all’agente di turno che ha subito staccato una multa coi fiocchi. «Chissà se in Comune si rendono conto che 357 euro equivalgono quasi a una pensione minima. Per una decina di teneri, e leggerissimi, pampini di glicine sono costretto a pagare 357 euro. 37 euro a pampino».

Un motivo più che sufficiente per scrivere una lettera indirizzata al comandante della polizia locale, Rinaldo Dettori. «È mio diritto chiederle se i pampini possano essere un impedimento effettivo per i pedoni. Forse lo sono più i marciapiedi sconnessi. A Oristano, poi, ci sono ovunque rami e fiori che si affacciano sui marciapiedi. Per fortuna, anche perché i fiori attenuano il senso di degrado – scrive Carrus che poi domanda –. Li avete sanzionati tutti?»

Per gli impedimenti pedonali, poi, Peppino Carrus suggerisce al comandante una bella passeggiata sul lungomare di Torregrande: «Ci faccia una camminata e si renderà conto di quali siano realmente gli intralci per la circolazione dei pedoni». L’ultima parte della missiva, invece, è dedicata alla multa. «Ho riscontrato un vizio di forma e un errore di calcolo commesso da chi ha redatto il verbale. Poi, la multa non è stata contestata all’interessato, come prevede la legge». Il battagliero cittadino lancia l’ultima accusa prima di chiudere il discorso: «Non temo che le mie parole possano elevare la sanzione al livello massimo, le casse comunali sono sempre più fameliche e ricorrono a provvedimenti anacronistici e vessatori. Non si tratta di eque imposizioni, ora stiamo parlando estorsioni inique».

La risposta del comandante non s’è fatta attendere. «Mi ha detto che le mie argomentazioni non giustificano la violazione commessa. Io, comunque, farò ricorso al giudice di pace perché questa multa è ridicola e sono curioso di comprendere come sia stata calcolata. Sarà in base al numero dei pampini? O alla loro lunghezza?»

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