La Nuova Sardegna

Oristano

santa giusta

«Abbandonati dalla Regione», la coop protesta dopo la moria

di Caterina Cossu

SANTA GIUSTA. «Dal momento della moria di agosto siamo stati abbandonati. Ci sono trenta milioni disponibili per il risanamento del compendio, otto dei quali sono solo per la nostra provincia, ma i...

20 dicembre 2013
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SANTA GIUSTA. «Dal momento della moria di agosto siamo stati abbandonati. Ci sono trenta milioni disponibili per il risanamento del compendio, otto dei quali sono solo per la nostra provincia, ma i soldi sono bloccati. Abbiamo la foce di Pauli Figus e Pauli Maiore completamente interrata, è già pronto il progetto da un milione di euro per una condotta idrica di irrigazione che porti l’acqua del mare per ossigenare lo stagno nei periodi caldi, per non fare innalzare le temperature che hanno ormai decretato una periodicità nelle morie. E i fondi sono bloccati, non c'è nemmeno programmazione. Noi siamo alla fame e la prospettiva è quella di subire un’altra moria il prossimo anno, se non si fanno subito i lavori nello stagno».

Tonino Muroni una situazione così critica non l’aveva mai vista. Eppure, in una vita da pescatore, ne ha passate tante. «La promessa era stata fatta all’indomani della calamità dell’estate scorsa dalla politica regionale. Rimborsi e fondi entro Natale – aggiunge il presidente della Cooperativa di pescatori di Santa Giusta –. Siamo al 20 dicembre e non abbiamo più visto nessuno, per noi non sarà Natale».

Nemmeno la fattura da 32mila euro, presentata al Comune per i lavori di risanamento dalle carcasse, è stata pagata, nella quale la cooperativa aveva riportato come uniche voci di spesa quelle sostenute per le barche e la giornata di lavoro dei pescatori.

«Stiamo comprando l’attrezzatura, certi giorni non riusciamo neanche a mettere su il pescato per il nostro pasto. Non c’è pesce, il prodotto è andato in malora e se non si fanno i lavori subito neanche possiamo programmare» spiega ancora il presidente Muroni. Che è preoccupato soprattutto per i giovani che costituiscono la maggior parte della cinquantina di soci.

«Io metto da parte i soldi della pensione, ma in cooperativa ci fanno ingresso tanti giovani, solo quest’anno sono stati sei. Ormai la metà di noi appartiene alla fascia di età tra i trenta e i vent’anni. Come possiamo pensare di dare loro un futuro, se Equitalia non aspetta?», si chiede ancora. Quel che vorrebbero i pescatori è una svolta. Nuove difficoltà, infatti, sono dietro l'angolo perché i cormorani hanno iniziato le loro razzie, attaccandosi al novellame. Ed è da lì che si dovrebbe ripartire. «La Provincia non rivendica i fondi regionali che le spetterebbero, il Comune ha il Patto di stabilità che gli lega le mani, gli assessori regionali dicono che non hanno soldi – aggiunge ancora il presidente dei pescatori –. Secondo queste logiche, siamo condannati a non lavorare e a morire di fame».

Lo sconforto è tale che Tonino Muroni è pronto a lasciare la presidenza. «È inutile che ci cerchino bilanci o conti, facciamo già troppo. Potremmo essere la realtà più rigogliosa dell'Oristanese, potremmo creare posti di lavoro e giro d'affari, invece siamo alla disperazione. Gli animi sono a terra, abbiamo paura che saremo noi della coop a pagare per colpe non nostre» conclude.

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