La Nuova Sardegna

Oristano

Albergo con abusi edilizi, arrivano tre condanne

di Enrico Carta
Albergo con abusi edilizi, arrivano tre condanne

Bosa, sedici mesi ai proprietari e al progettista dell’Hotel Baia Romantica Accusati di aver aumentato le cubature trascurando anche rischi idrogeologici

09 gennaio 2014
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BOSA. Un anno e quattro mesi. Non un giorno di meno rispetto a quanto aveva sollecitato il pubblico ministero Daniela Caddeo. Non arriva quindi la prescrizione, tanto meno l’assoluzione. È invece condanna, dopo una lunga battaglia giudiziaria sui presunti abusi edilizi e sui reati paesaggistici che erano stati contestati ai titolari dell’Hotel Baia Romantica e al direttore dei lavori. Tutti accomunati dall’inchiesta, tutti coinvolti nel processo e ora tutti condannati alla stessa pena in primo grado dal giudice Anna Rita Murgia che ha ritenuto colpevoli i proprietari Vincenzo e Antonello Pischedda e il professionista Giuseppe Ibba.

Alla fine, la guerra di consulenze è stata vinta dal pubblico ministero che sosteneva che nell’edificazione dell’albergo furono violate le norme urbanistiche e quelle imposte dal Piano di assetto idrogeologico. Tutto questo consentì di ottenere delle volumetrie superiori e in aree in cui non si sarebbe potuto edificare. Alcuni locali ebbero poi una destinazione d’uso diversa rispetto a quella indicata nel progetto: da locali di servizio sarebbero stati trasformati in vere e proprie camere d’albergo. Per di più in una zona a due passi da un canale, che però nel progetto sarebbe stato indicato in una posizione differente rispetto a quella reale. Letta così l’intera vicenda e aggiungendovi anche il blitz della Forestale che, nel 2009, aveva apposto i sigilli la condanna poteva apparire scontata. Ma è stato un processo quanto mai combattuto, perché gli imputati si sono difesi a suon di perizie.

L’esito a cui erano arrivati era opposto a quello della procura. Nessuna cubatura in più, distanze rispettate e quello che per l’accusa era un fiume, altro non era che un acquitrino. Così il piccolo muro che era stato eretto sarebbe servito solo da protezione, ma nessun rischio avrebbe mai causato.

La difesa aveva poi prodotto una sentenza del Tar, che riguardava proprio la questione del rischio idrogeologico. Altri giudici avevano valutato diversamente e dato torto al Genio civile che di rischio aveva parlato.

C’era infine un ulteriore discorso che gli avvocati difensori Piero Franceschi, Massimo Ledda, Marcello Sequi, Franca Fenu e Giuseppe Pinna hanno sottolineato nelle loro arringhe. La prescrizione sarebbe dovuta essere già arrivata per tutti i reati, invece per il giudice i tempi non sono assolutamente trascorsi. Nemmeno questo ha però fatto breccia e così sono arrivate le condanne per i due albergatori e per il progettista. Il perché? Tra novanta giorni le motivazioni della sentenza saranno pubbliche.

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