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Il mistero delle maschere in una mostra

Il mistero delle maschere in una mostra

SAMUGHEO. L’arte come metafora dell’ambiguità e della finzione è il tema con cui il Museo dell’arte tessile innesca una nuova connessione con il mondo esterno rafforzando così il legame con la realtà...

15 gennaio 2014
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SAMUGHEO. L’arte come metafora dell’ambiguità e della finzione è il tema con cui il Museo dell’arte tessile innesca una nuova connessione con il mondo esterno rafforzando così il legame con la realtà locale e il territorio regionale attraverso la promozione di attività che richiamano la tradizione, la storia e l’economia.

In quest’ottica s’inquadra il prossimo evento in programma al Murats, che da sabato prossimo farà da sfondo alla mostra dal titolo “True lies”, nella quale due artisti rappresenteranno il carnevale attraverso la personale interpretazione di uno dei suoi simboli, ovvero la maschera, e dei concetti di simulazione e doppiezza ad essa legati.

L’iniziativa nasce assieme a Face Off, un progetto culturale a più ampio raggio che nel corso dei prossimi mesi proporrà la visione e l’interpretazione di due artisti su temi ogni volta diversi ma in stretta relazione con l’esterno. I primi a partecipare all’esperimento sono lo scultore Sergio Fronteddu e il pittore Vincenzo Pattusi, entrambi di Nuoro.

Le loro opere saranno esposte nella prima sala del Museo regionale dell’arte tessile, che in un’altra sezione ospita la rassegna fotografica sulla Sardegna di Chiara Samugheo e, al primo piano, la collezione dei manufatti tessili sardi.

Per chi promuove e cura l’iniziativa, True Lies rappresenta «Un ulteriore passo verso un’apertura al vitalissimo ambiente culturale dell’isola attraverso quelle contaminazioni positive tra arti, unioni tra abilità del passato e della tradizione con la vitalità e le visioni dell’arte contemporanea», affermano il direttore Baingio Cuccu e il sindaco Antonello Demelas, che aggiungono: «Lo scopo di questa mostra è d’indagare il rapporto tra le persone e l’azione del mascherare, che permette il cambio d’identità rendendo tutto più sfuggente e soggettivamente interpretabile». Un mistero a volte buffo, altre volte quanto mai serio sul quale ora si prova ad indagare attraverso la prospettiva che offre lo sguardo sempre originale degli artisti.

Maria Antonietta Cossu

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