La Nuova Sardegna

Oristano

Uras, i cittadini voltano le spalle alla politica

Restituite le tessere elettorali: «Dopo l’alluvione siamo stati abbandonati: non voteremo»

12 febbraio 2014
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URAS. In una scatola ne avevano raccolte oltre un centinaio, le loro e quelle di parenti e amici. Ma una scheda elettorale non si può rendere per interposta persona, così alla fine, davanti alla polizia municipale e agli ufficiali del Comune, hanno firmato e riconsegnato forse una cinquantina di persone.

Rinunciano così al loro diritto di voto i cittadini di Uras, che domenica non esprimeranno alcuna preferenza per i candidati alla presidenza e al Consiglio della Regione. «La politica ci ha abbandonato, allora noi abbandoniamo i politici, proprio a ridosso delle elezioni» spiegano, assiepati dalle 4 del pomeriggio davanti al Comune.

È un comitato spontaneo inizialmente formato da una ventina di donne quello che dallo scorso fine settimana ha ingaggiato la protesta. «Abbiamo tutti subito danni dall'alluvione e molti di noi sono ancora fuori dalle loro case – racconta la portavoce, Daniela Vacca –. Qualcuno tra i candidati ci ha detto di non essere venuto a Uras per non dare l'impressione di compiere un atto di sciacallaggio, con la conseguenza che nessuno di loro è nemmeno passato a toccare con mano cosa stiamo affrontando. E se non sono venuti in campagna elettorale, figuriamoci dopo le elezioni».

Per questo, non apporranno alcuna croce in nessuna scheda di voto. Molti cittadini hanno aderito spontaneamente all'iniziativa, compresi alcuni imprenditori agricoli. Un buon numero di giovani ha voluto dire la sua. «Ho già voltato almeno 6 volte, ma questa volta rinuncerò al mio diritto – spiega Francesca Pia, 26 anni –. La mia famiglia è stata colpita duramente e se l'alluvione fosse arrivata di notte avrebbe fatto un numero enorme di vittime. Questo paese non deve soccombere e dobbiamo reagire, non voglio che una tragedia del genere accada mai più».

Caterina Cossu

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