La Nuova Sardegna

Oristano

I bimbi sono malati: lo sfratto annunciato è rinviato di 7 giorni

di Caterina Cossu

Arborea, tensione per lo spiegamento di forze a casa Spanu La disperazione della famiglia e la proroga di una settimana

26 febbraio 2014
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ARBOREA. «Sono andati via solo perché i bambini sono malati. Ci hanno detto che torneranno tra una settimana e ci butteranno per strada come cani». La situazione a dicembre sembrava potesse accomodarsi in qualche modo, ma da ieri un dato è certo. L’ordine di sfratto nei confronti della famiglia Spanu di Arborea resta confermato. Erano quasi le 10 quando davanti alla piccola azienda agricola sulla strada 22 ovest di Arborea – dove vive il nucleo familiare composto da madre e padre settantenni, cinque figli e due nipotini –, ci sono stati attimi di seria tensione. A scatenarli, l’arrivo di un imponente schieramento di forze dell’ordine, che accompagnavano l'ufficiale giudiziario per l’esecuzione dell’ordine di sfratto.

«I carabinieri stessi ci hanno detto di essere dispiaciuti, non siamo criminali e questo spiegamento di forza è stato esagerato – racconta Francesco Spanu, uno dei figli del 76enne Giovanni –. C’erano tutti, dai fabbri per scardinarci le porte all’Asl veterinaria, perfino un camion già pronto dove farci caricare i mobili». Lo sfratto è stato disposto dal Tribunale di Oristano dopo la vendita all'asta dell'intera azienda per un vecchio debito non saldato di 16 milioni di lire, aumentato poi fino al doppio per spese e interessi accumulati nel corso degli anni. «Io ho pagato, non mi hanno mai reso la cambiale agricola ma quest’azienda è mia» afferma Giovanni Spanu, originario di Villa Monteleone e trasferitosi qui insieme alla moglie Bernadette Cossu più di 40 anni fa. Durante l’asta giudiziaria, la casa e i terreni agricoli circostanti erano stati venduti all’imprenditore cagliaritano, Pino Mossa, la cui moglie Annalisa Cancedda è avvocato. Nell’estate del 2012 l’intero complesso era stato battuto all’asta per 130mila euro, prezzo ritenuto bassissimo dall’avvocato Luciano Cau, che assiste la famiglia Spanu. Secondo le stime di mercato, il valore degli immobili supererebbe i seicentomila euro, cifra che appare gigantesca al confronto del prezzo basso a cui è stata venduta all’asta e soprattutto del debito iniziale. La famiglia ieri si è barricata all'interno della casa, come aveva fatto già a gennaio e a dicembre del 2013, mentre nel piazzale si sono radunati numerosi attivisti del Movimento artigiani e commercianti, arrivati anche dal Sassarese e dal Cagliaritano, oltre a un gruppo del Movimentu de liberatzioni nazionali sardu. Nel giro poco più di un'ora, dopo che i militari hanno appurato le cattive condizioni di salute dei due bimbi di 6 e 4 anni, lo sfratto è stato rinviato di qualche giorno. A nulla sembra essere servita, dunque, la trattativa avviata tra la famiglia e i compratori, al fine di rendere la somma già versata per l'asta. La famiglia avrebbe presentato due richieste a due diversi istituti di credito per trovare il denaro necessario. «Pratiche per le quali ci vuole tempo – ha precisato ancora Francesco Spanu –, intanto non so cosa sia successo ma pare che l’accordo non si possa più fare». Anni fa un mutuo dalla Banca di Sassari non era andato a buon fine e il mancato pagamento di alcune rate, legato alle difficoltà economiche in cui versava l’azienda, aveva fatto scattare la procedura per il pignoramento ancora non eseguito. Il clima di disperazione è palpabile. «Dove andremo noi, se ci sfrattano, non ci resta che il cimitero – geme la signora Bernadette Cossu –, con il lavoro dei campi i debiti si pagano, noi vogliamo onorare quel che dobbiamo e stare nella nostra casa».

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