La Nuova Sardegna

Oristano

Malvasia da record per i Columbu

di Alessandro Farina

Bosa, l’azienda vitivinicola è tra le prime cento cantine della classifica di Intravino

17 marzo 2014
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BOSA. La Vitivinicola Columbu conquista gli esperti di Intravino e si aggiudica un posto fra le cento migliori cantine d’Italia, nella lista stilata dal wine blog italiano che si occupa di enologia ad alti livelli. «È un ulteriore riconoscimento per la malvasia di Bosa – la chiave di lettura proposta dal patron Gianmichele Columbu –, vino che sempre più rappresenta un intero territorio. Questa convinzione è sempre più radicata fra i produttori di qualità del pregiato vino dal colore dell’oro.

Insomma, la malvasia di Bosa sfonda un’altra qualificata porta a livello nazionale nel campo enologico. Questa volta grazie alla qualità del prodotto della Vitivinicola Columbu, fondatore il grande Battista, le cui orme vengono oggi seguite dal figlio Gianmichele e dall’intera famiglia. È fra le tre cantine dell’isola inserite tra le cento migliori cantine d’Italia, in un mondo, quello dei vini di pregio, dove evidentemente non si bada solo a grandezze e numeri.

Tre sono i criteri che questa volta hanno fatto la differenza: vitigni autoctoni, artigianalità e stile tradizionale. Un universo di eccellenze dove il malvasia di Bosa può tranquillamente competere per Intravino assieme ad altre aziende sarde quali le Tenute Dettori di Sennori e la cantina Giovanni Motisci di Mamoiada.

«Certo, i problemi non mancano, ma, anche se poco difesa a livello istituzionale, la malvasia cammina con le sue gambe e con quelle dei produttori che, pur tra mille difficoltà, hanno lavorato sodo in questi anni, raccogliendo frutti che danno lustro a Bosa e alla Planargia», il commento di Gianmichele Columbu. Insomma, il dorato nettare che nasce dai calcarei terreni pettinati da maestrale e salsedine, manifesta potenzialità eccezionali e diventa una delle principali bandiere promozionali di un intero territorio. Malgrado la carenza di terreni coltivabili – molti vigneti sono ancora oggi abbandonati –, la polverizzazione della produzione spesso caratterizzata da un consumo familiare e una non sempre eccezionale attenzione da parte della politica, il discorso di Columbu lascia qualche nota di amaro in bocca. Mentre pochi produttori, attenti a tradizionale qualità e più moderno marketing, ottengono risultati d’eccellenza. Terreni, per restare in tema agricolo, su cui probabilmente saranno necessarie più stringenti discussioni e azioni nel difficile percorso di crescita turistica, dove anche la malvasia può giocare un ruolo fondamentale nel qualificare l’offerta dell’intera Planargia.

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