La Nuova Sardegna

Oristano

Poca pubblicità per i Giganti? «La Provincia non ha soldi»

di Enrico Carta
Poca pubblicità per i Giganti? «La Provincia non ha soldi»

Non tutti però concordano sul fatto che la promozione dell’evento potesse portare risultati immediati Operatori turistici e del marketing convinti: «Abbiamo le statue, ora cominciamo ad attirare visitatori»

24 marzo 2014
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CABRAS. La fila all’ingresso del museo farebbe pensare ad una macchina che ha funzionato alla perfezione. Le polemiche dei giorni che hanno preceduto il rientro a casa dei giganti di Mont ’e Prama farebbero pensare il contrario. La certezza è che un evento così importante è passato quasi inosservato al di fuori dei confini isolani, dove ha avuto invece un grande risalto.

Amministratori, esperti di marketing e operatori turistici si dividono. Non tutti sono d’accordo con le polemiche, sebbene all’unanimità sostengano che qualcosa o più di qualcosa vada rivisto. Il primo banale accorgimento potrebbe essere quello delle indicazioni, pressoché assenti nelle principali strade. Esempi come quello di Villanovaforru potrebbero certamente giovare.

Il mondo politico. Appena ieri, il consigliere regionale dei Riformatori, Attilio Dedoni, si era scagliato contro la mancata campagna pubblicitaria che, scegliendo i canali giusti, avrebbe immediatamente richiamato l’attenzione internazionale sulle statue che hanno fatto rientro a casa dopo quarant’anni. La risposta arriva dalla Provincia, con i due assessori chiamati in causa che ricordano prima di tutto come proprio i Riformatori abbiano fatto morire le province. Serafino Corrias, titolare della delega alla cultura, così replica: «Nel Bilancio dell’ente per il 2013 e per il 2014 non è presente un solo euro per la cultura e il turismo. Siamo un’istituzione in fase di smantellamento. Mi chiedo se non abbiano responsabilità coloro che, come l’onorevole Dedoni, hanno lavorato per la chiusura delle province. Senza risorse non si può agire e ormai ci sono i soldi solo per l’ordinaria amministrazione. È facile sparare contro gli enti, dopo che altri hanno voluto la loro chiusura».

Alla larga dalla polemica resta invece l’assessore al Turismo, Gianfranco Attene. «Preferisco sottolineare il gran lavoro del sindaco e dell’amministrazione di Cabras – afferma –. Sono stati capaci di sfruttare al massimo la risorse a disposizione. Non mi voglio soffermare sulle critiche, perché penso che le statue siano un investimento per il futuro, non per questi primi giorni di esposizione». La speranza – pura utopia? – resta quella che, non appena sarà pronta la nuova struttura museale, tutte le statue vengano esposte a Cabras dopo aver fatto rientro da Cagliari. Per il resto, la Provincia senza soldi, si è limitata a fare il possibile. «Abbiamo pubblicato l’evento nel nostro sito istituzionale, nelle pagine dei social network e sfruttando internet», conclude Gianfranco Attene.

Gli operatori. Lasciando in un angolo le polemiche politiche, gli esperti del turismo e del marketing non sono unanimi nel definire deficitaria la campagna pubblicitaria sull’evento. Severissimo è il giudizio di Roberta Sanna, albergatrice e presidentessa del Consorzio turistico oristanese, che conta sette soci. «Un evento simile – esordisce – doveva avere rilevanza nazionale e internazionale. Il ministro e non il sottosegretario doveva presenziare all’inaugurazione. Ci muoviamo sempre in ritardo e siamo tutti colpevoli, ma l’occasione non è certo persa. Dobbiamo solo renderci conto di avere un patrimonio di altissimo valore e per questo va fatto fruttare al massimo».

C’è tutto il tempo per recuperare e c’è chi non è del tutto convinto che la pubblicità sarebbe servita a qualcosa. Per lo meno non ora. È l’opinione di Tiziana Tirelli, esperta di marketing turistico: «Col non fare nulla, abbiamo fatto la cosa giusta. Ora i sardi si sono appropriati delle statue e del loro valore, per cui divulgare diventerà più efficace di qualsiasi campagna promozionale. Per il momento è fondamentale che siano diventati l’orgoglio della Sardegna». Ciò che diventa il valore aggiunto è quindi il principio identitario che i giganti di Mont ’e Prama rappresentano. È partendo da questo elemento che, da ora in poi, saranno proprio i sardi il miglior veicolo promozionale. Il passato è una terra straniera, riferendosi al marketing ovviamente. Non all’archeologia.

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