La Nuova Sardegna

Oristano

Per l’alluvione a Uras il conto è ancora da pagare

di Caterina Cossu

Fatta la stima dei danni del Ciclone Cleopatra: è di 16 milioni di euro Dalla solidarietà è arrivato un aiuto importante, ma il Comune è in difficoltà

01 aprile 2014
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URAS. Un conto da 16 milioni di euro. È la salatissima parcella che Cleopatra lascia a Uras, paese dell’Oristanese che, ancor più della vicina Terralba, ha sofferto il passaggio del ciclone sull’Isola. Sono 190 le abitazioni che hanno subito danneggiamenti strutturali più o meno gravi, con la conseguenza che sono almeno 2 i milioni di euro necessari alle famiglie per rimetterle in condizioni di essere abitate.

Se le risorse necessarie agli interventi di ripristino delle case private sembrano immani, i numeri si assottigliano un poco per quanto riguarda le imprese, ma restano da capogiro. Per una decina di aziende artigiane spazzate via dall’alluvione, la spesa per il ripristino si aggira attorno ai 400 mila euro.

Il settore maggiormente colpito è quello dell’agricoltura e dell’allevamento. Argea, per la quale il Comune ha fatto da punto di raccolta e tramite, ha ricevuto almeno 60 richieste di intervento, con alcune situazioni a dir poco disastrose. Per gli imprenditori dell’agropastorale sono 12 i milioni di euro necessari per ridare linfa vitale al comparto, già messo in crisi nei mesi precedenti al fatidico 18 novembre da un’epidemia di lingua blu.

Un milione e mezzo di euro è inoltre la cifra dell’ammontare dei danni riportati dalle aziende che non sono vicinissime al centro abitato, ma che sorgono nell’agro di Uras. Domenica, per le aziende, sono arrivati i soldi dalla diocesi di Ales-Terralba, 97mila euro consegnati direttamente dalla responsabile del progetto promosso dalla Caritas diocesana, Carla Serpi.

Alla cerimonia che si è svolta in Comune erano presenti anche il vescovo Giovanni Dettori e il direttore della Caritas diocesana, don Angelo Pittau, nonché il sindaco di Uras, Gerardo Casciu.

È stato lui a snocciolare le cifre del tristissimo e preoccupante bilancio dell’alluvione, al quale presto si aggiungeranno i numeri delle donazioni alle famiglie.

«Con quest’emergenza soprattutto immobiliare, prima che economica, non ci vengano a dire che bastano quelle poche proposte di mutuo per gli alluvionati - ha denunciato ancora una volta il primo cittadino –. Se non si slegano le mani delle amministrazioni dai lacci del Patto di Stabilità e se non si mettono a correre risorse e politiche attive, saranno dolori».

Oltre al conto a famiglie e imprese, infatti, c'è anche quello che dovrà pagare il Comune. Trecentomila gli euro che serviranno all’amministrazione di Uras per mettere mano ai danni subiti dagli edifici pubblici, soprattutto nel centro abitato, e nelle campagne.

Il Comune, intanto, fa la conta di quanto materiale è riuscito a smistare in ogni famiglia. Gli elenchi sono sette e comprendono tutte le donazioni arrivate al Comune. Tra le pagine, si scorrono le voci più disparate, dai famosi elettrodomestici arrivati da Bruxelles alle scatole di pelati donati dalla vicina della porta accanto. E poi coperte, calce e cemento, saponi, detersivi, materassi.

Tutto quel che è finito sulle spalle dei volontari e ancora oggi viene recapitato a casa di chi ha bisogno.

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