La Nuova Sardegna

Oristano

Un cielo affollato da dischi volanti

di Simonetta Selloni
Un cielo affollato da dischi volanti

Conferenza del documentarista Pier Giorgio Caria sulla presenza degli extraterrestri. Le testimonianze da Oristano

14 aprile 2014
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ORISTANO. Dell’ultimo avvistamento, 12 sfere giallo oro, si è saputo due giorni fa, a Tempio. Ma, almeno stando alle segnalazioni che arrivano che da più parti della Sardegna, l’attività dell’aviazione extraterrestre sui cieli dell’isola non conosce crisi. E Oristano fa la sua parte: secondo il Centro italiano studi ufologici, è la provincia sarda dalla quale arrivano maggiori segnalazioni di “Aviazione extraterrestre”: Ufo, nell’accezione comune, acronimo di Unidentified flying object, oggetto volante non identificato. Racconta Antonio Orrù, commerciante di Oristano: «Io li ho visti per la prima volta nel 2011. Prima non mi ero mai posto il problema. Guardi, ho le foto».

Orrù, le fotografie le ha portate con sè, ieri mattina, nella saletta dell’Hotel Mariano IV, riempita da appassionati – mondo trasversale che comprende studiosi, operai, insegnanti, persone con un alto grado di istruzione e altre meno sofisticate –, ma tutti uniti dalla certezza che gli alieni ci guardano. E da molto pure, come ha spiegato Pier Giorgio Caria, ricercatore e documentarista originario di Baratili San Pietro. Caria (perito industriale), mille anni luce fa un lavoro sicuro (ferroviere, dal quale si è dimesso) ha chiuso il ciclo di conferenze – quattro nell’isola – sul tema “Ufo: l’aviazione extraterrestre opera sulla terra”. Un’affermazione, non una domanda.

E tanto per restare in tema, Stefano Farigu, operaio di Capoterra, racconta la sua prima esperienza di contatto: «Ho visto con chiarezza due oggetti che affiancavano un areo dell’Alitalia». È stato due mesi fa, gli avvistamenti li ha documentati, e messi a disposizione di tutti, entusiasti e scettici, sul web. Non si vanta, è pacato; si è comprato attrezzature professionali e non sembra affatto avere l’aria del pazzo.

La storia Se nell’isola la storia degli avvistamenti è recente (il primo Ufo sarebbe stato notato negli anni settanta, da un motociclista, sul Monte Ortobene a Nuro), nel resto del mondo il percorso parte da lontano. Dalla preistoria, dalle pitture rupestri trovate nelle grotte francesi e risalenti a 15mila anni fa. Caria, anni e anni di ricerche e di presenze a conferenze in Italia e all’estero, con anche prestigiosi premi (Ebe awards, nel Nevada, come migliore documentario Ufo), espone la tracciabilità del brand Ufo. Fotografie, filmati, spiegazioni precise: aviazione in grado di attraversare epoche e continenti. I dischi volanti si trovano nell’impero del Sol levante, con le ruote di fuoco giapponesi (900 dopo Cristo); immagini evocate anche da Cicerone, poi, venendo a tempi più recenti, l’oggetto discoidale nel dipinto del Gesè bambino con San Giovannino di Iacopo del Sellaio (1500), e, con un altro salto di continente, i Vimana, le navicelle spaziali indiane. C’è poi tutta la casistica della seconda guerra mondiale, di cui anche il New York Times, e l’Herald Tribune, diedero conto. Individuandoli però come non meglio chiarite armi del nemico. Bisognerà arrivare però al 1947, al 24 giugno per stabilire la data dell’inizio dell’ufologia moderna. Con l’avvistamento di Kenneth Arnold, un pilota civile americano che dal suo aereo vide e fotografò una flottiglia di nove oggetti volanti. Risonanza immediata, e via al moltiplicarsi di avvistamenti.

Incontri Alla domanda precisa, se Pier Giorgio Caria abbia mai avuto un incontro che Spielberg definirebbe del terzo tipo, il documentarista risponde con franchezza che «No, mai. Ma contatti, quelli sì». Il primo avvistamento, Caria lo ebbe a soli 4 anni. Giocava a biglie con un amichetto, a Baratili San Pietro. Poi la visione di un disco luminoso. Questa tecnologia, avanzatissima e ormai arrivata all’apice – visto che 15mila anni le forme dei mezzi di trasporto sono sempre le stesse – sarebbero in grado di convertire, alla bisogna, l’energia in materia. In altri termini, la perfetta applicazione della teoria della relatività di Einstein.

Eisenhower Nel 1954, il presidente degli Stati Uniti avrebbe incontrato una delegazione di extraterrestri nella base di Edwards, in California. Lo ha asserito anche la pronipote, Laura, qualche tempo fa al congresso di Ufologia a San Marino. Gli extraterrestri avrebbero espresso il desiderio di manifestarsi al mondo, ma il presidente declinò l’invito: non si era pronti. Appuntamento rinviato di 50 anni. Scaduti, nel 2004.

Militari Perché tutto ciò verrebbe mantenuto segreto? «Perché qualsiasi informazione tecnologica ha un valore militare, strategico fondamentale», dice Caria. I governi «hanno interesse a non divulgare queste notizie». E gli Ufo, quando si manifesteranno? «Loro non vogliono interferire con il libero arbitrio degli uomini, è una questione etica», sottolinea Caria. Di una cosa, lui è certo: i contatti sono avviati, i segnali evidenti. Per chi, senza pregiudizi, li vuole scorgere.

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