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Oristano, O-ristagno: lo stallo della politica

Palazzo degli Scolopi sede del Comune
Palazzo degli Scolopi sede del Comune

La situazione nei vari schieramenti in vista delle elezioni comunali

18 aprile 2017
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ORISTANO. Aureum stagnum, poi Oristano, ora O-ristagno. Dalle acque dorate e ricche dei secoli che furono si passa alle acque immobili, paludose col rischio che diventino putride. Quella laguna aurea oggi è territorio comunale di Santa Giusta, a Oristano le cui rive si affacciano su di essa sembra essere rimasto solo il ristagno.

Quello politico che da settimane, fatte salve le due eccezioni di Filippo Martinez e Cristina Puddu, continua a imperversare. Nemmeno l'uovo di Pasqua ha regalato ai cittadini la sorpresa di conoscere i candidati sindaco che ancora mancano al mosaico.

Con una tattica - ma è davvero questione di tattica? - attendistica, gli schieramenti tradizionali restano impantanati in acque melmose, quasi incapaci di muovere un passo e senza chiedersi quale sia l'origine della disaffezione dei cittadini alla politica.

Ripiegati su stessi, partiti, movimenti, liste civiche e pseudo civiche continuano ad attorcigliarsi per ritrovarsi poi al punto di partenza. Da lì riprendono la marcia e lì ritornano perché continuano a ragionare come se il mondo di fuori non esistesse. Come se fossero ancora tempi di vacche grasse.

L'unica filosofia che li accompagna appare essere quindi solo quella del potere per il potere, come se non ci fosse una città da risollevare o per lo meno da far galleggiare. È un mondo politico polverizzato in cui, piaccia o no, l'assenza dei partiti si fa sentire.

Spariti questi ultimi sono rimasti solo i capi fazione, ciascuno convinto nel suo piccolo che nessuno degli altri possibili candidati vada davvero bene eppure nessuno talmente "forte" da avere il coraggio di uscire allo scoperto palesemente anche a costo di beccarsi immediatamente la paletta dell'alt.

Il centrosinistra dopo mesi di trattative, di primarie sì e primarie no, sfoggia l'idea di una rosa di tre nomi per ciascuna lista che fa parte della coalizione: sette per tre farebbe ventuno e tra quei ventuno bisognerebbe scegliere. Semplice, no? Il centrodestra è fermo al palo, incartato addirittura sulle modalità di composizione della coalizione e con amici non troppo amici che camminano assieme. I 5 Stelle attendono il via libera dalle straniere terre milanesi prima di poter dire se saranno della partita o meno.

Intanto alle elezioni mancano poco meno di due mesi e meno di uno alla presentazione delle liste. O-ristagno, O-ristagno.

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