La Nuova Sardegna

Oristano

Baracche di via Rockefeller inagibili

di Eleonora Caddeo

Oristano, relazione del ministero della Salute sui vecchi locali occupati dai Rom

21 settembre 2018
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ORISTANO. Pericolanti e non agibili. Sembrerebbe questa la condizione delle baracche rom di via Rockefeller, residenza ormai da oltre ventisette anni di tre nuclei familiari. Così un documento recapitato qualche giorno fa agli uffici della Polizia locale di Oristano e che avrebbe come mittente il ministero della Salute, definirebbe la condizione igienico- sanitaria e strutturali delle casette fatiscenti ricavate nei locali ormai in decadenza dell'ex mattatoio. A parlare del documento, e degli inequivocabili contenuti, agli abitanti delle baracche è stato, qualche mattina fa, lo stesso comando della Polizia municipale, che più volte in questi giorni ha fatto visita in via Rockefeller, censendo i residenti, e annunciando cambiamenti imminenti e importanti. Il documento, secondo quanto riferito dagli stessi rom, riporterebbe un ultimatum: le baracche ricavate dagli edifici dell'ex mattatoio non sono agibili. Un concetto che lascerebbe poco spazio all'interpretazione e stringerebbe i tempi sullo spostamento delle tre famiglie da quegli spazi angusti. Irragiungibile la Ats-Assl di Oristano, contattata per avere conferme sulla condizione igienico sanitaria dello stabile di via Rockefeller. Resta senza risposta l'interrogativo che, ora più che mai, si pongon le famiglie rom: «e ora dove ci mandano?». Il trasferimento, in progetto già con la giunta Tendas, nel 2016 ipotizzava la loro sistemazione in un campo rom da allestire in via Ghilarza. Progetto stoppato e ripartito da capo con la ricerca di una domiciliazione condivisa, tra amministrazione e nuclei familiari residenti. L'ipotesi più realistica - confermata dal colloquio tra Polizia municipale e rom - sarebbe lo spostamento delle famiglie da via Rockefeller e la sistemazione in moduli prefabbricati, da collocare in uno spazio da definire, e case vere e proprie, di proprietà del Comune o magari acquistate per l'ente da privati coinvolti nel progetto di riqualifica dell'area dell'ex mattatoio. La zona, abbandonata a se stessa da anni e concessa come sistemazione ai rom dai primi anni novanta, è stata protagonista di ripetuti tentativi di riqualifica, evidentemente mai riuscita, da parte di varie amministrazioni comunali.

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