RUINAS. Passano le ore, ma la nebbia che offusca i contorni del duplice omicidio di lunedì mattina rimane sempre fitta. Impenetrabile come i misteri che ancora avvolgono la morte di Carmelino Marceddu e Pietro Secci, i due allevatori di 80 anni freddati a fucilate nel podere che i due usavano per portare al pascolo quel po’ di bestiame che allevavano per impegnare le giornate e non certo per guadagno. L’autopsia svolta a Cagliari ieri consentirà almeno di seppellire oggi alle 16 i due amici che un misterioso o più misteriosi assassini volevano morti. E forse darà qualche indicazione in più ai carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo provinciale e ai loro colleghi della Compagnia di Mogoro che cercano un punto di partenza. Per ora l’esame del medico legale Roberto Demontisi dice che le fucilate sono state sparate frontalmente al petto e successivament alla testa.
La cosa strana di questo omicidio è però proprio il fatto che manchi un appiglio o forse di fatti a cui aggrapparsi ce ne sono troppi e troppo datati per essere credibili. Ruinas non si arrende all’ipotesi di avere un assassino così feroce in casa propria né vuol credere che sia riesplosa la faida così tutti continuano a insistere e a ripetere che probabilmente il duplice omicidio è legato a qualcosa di molto più recente. Il difficile è capire cosa, perché il delitto assomiglia a tutto fuorché a un delitto d’impeto. Anzi ha tutti i classici elementi da delitto di campagna che è il segno inequivocabile che il sicario o i sicari hanno preparato l’agguato nei minimi dettagli partendo dalla scelta del luogo in cui commetterlo cioè lontano da occhi e orecchie indiscreti così da fare in modo di assicurarsi una fuga il più possibile tranquilla.
Anche ieri i carabinieri coordinati dalla procura hanno continuato a svolgere le indagini più canoniche in occasioni del genere. Hanno raccolto elementi tramite familiari e amici; hanno continuato a perlustrare il terreno di Barralla in cui il delitto è stato compiuto; hanno dato ancora una volta uno sguardo al passato già sviscerato in questi giorni senza però trovare davvero elementi che si possano ricollegare al presente a meno di non far riemergere lo spettro della faida che sembrava ormai essere dimenticata.
L’autopsia, sulla quale gli inquirenti non forniscono alcuna indicazione precisa per non dare ulteriori vantaggi a chi oggi si nasconde, è servita per ricostruire meglio la dinamica dell’omicidio e per capire quante persone si siano parate davanti a Carmelino Marceddu e Pietro Secci abbiano sparato senza dare ai due amici che camminavano affiancati di tentare anche solo un piccolo accenno di fuga.
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Duplice omicidio, è mistero fitto

Eseguita l’autopsia. Si cerca un dettaglio che indirizzi le indagini. Alle 16 si celebrano i funerali