La Nuova Sardegna

Oristano

Caso don Usai, solidarietà tra avvocati

Caso don Usai, solidarietà tra avvocati

La Camera penale: «Chiarezza e riprenda la collaborazione con la procura»

01 novembre 2019
2 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Si cerca di ricucire, ma il primo movimento esagerato può davvero provocare uno strappo. Per ora la rottura tra procura della Repubblica e avvocati è rimandata a data da destinarsi, ma gli ultimi sviluppi del processo per favoreggiamento della prostituzione per cui è imputato il sacerdote Giovanni Usai, ex responsabile del centro per detenuti Il Samaritano di Arborea, aleggiano sul tribunale. Il pubblico ministero Marco De Crescenzo aveva chiesto la trasmissione dei verbali dell’ultima udienza alla procura ritenendo calunniose le tesi sostenute dagli avvocati Anna Maria Uras e Franco Luigi Satta: avevano ipotizzato un comportamento illecito da parte del pubblico ministero Diana Lecca che condusse le indagini, del giudice per le indagini preliminari Mauro Pusceddu che firmò la custodia cautelare per don Usai e in ultimo degli agenti di polizia giudiziaria.

Dopo la Camera penale della Gallura, ieri il consiglio direttivo delle Camere penali di Oristano, presieduto dall’avvocatessa Rosaria Manconi, ha espresso: «Sostegno e piena solidarietà ai colleghi e grande preoccupazione e perplessità per l’iniziativa assunta dalla procura nei confronti dei due legali a seguito di un legittimo esercizio delle loro funzioni difensive». Appare poi chiara la voglia di evitare una rottura per cui si auspica «nell’interesse comune e in quello supremo dei diritti tutelati, e altresì al fine di preservare gli esistenti e necessari rapporti di reciproca collaborazione e fiducia, che venga fatta chiarezza immediata sulla vicenda. E ciò, sia con riferimento alle condotte processuali che alle attività investigative, sulle quali, pur non entrando nel merito, appare indispensabile svolgere opportune indagini. Si afferma in ogni caso, con forza e determinazione, il rispetto, la libertà, autonomia e indipendenza della funzione difensiva che non può subire compressioni o limitazioni e tanto meno può essere oggetto di intimidazioni o lesioni. Il diritto di difesa costituisce il fondamento e l’essenza di una società democratica e liberale e l’esercizio della professione forense è tutelato e garantito dalla Costituzione che ne riconosce essenzialità e intangibilità». (e.carta)

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative