La Nuova Sardegna

Oristano

Stagni, in scena la beffa dei cormorani

di Piero Marongiu
Stagni, in scena la beffa dei cormorani

Cabras, a poche ore dalla fine della campagna di abbattimento selettivo, tornano voraci e mangiano il novellame

07 febbraio 2020
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CABRAS. «Fino al 31 gennaio di cormorani nello stagno se ne vedevano poche, sparute decine – dice Giuliano Cossu, presidente del Consorzio Mare ’e Pontis – e quei pochi si tenevano a prudente distanza dalle nostre barche e dai coadiutori autorizzati a utilizzare il fucile per farli allontanare. Dall’inizio di febbraio, come se disponessero di un orologio biologico che li avvisa della fine del pericolo, sono arrivati a migliaia, e stanno facendo razzia di pesce, soprattutto novellame».

Il 31 gennaio si è conclusa la campagna, autorizzata dalla Regione, di abbattimento di qualche centinaio di esemplari iniziata lo scorso mese di ottobre e, puntuale come sempre, il problema si è ripresentato. I pescatori chiedono da tempo che l’attività di contrasto al volatile duri almeno fino alla fine di marzo, visto che quello è il periodo in cui lo stagno è più generoso e le varietà di pesce sono maggiori. Le loro sollecitazioni però si infrangono contro l’impietosa macchina burocratica regionale, e, oltre alle solite promesse di impegno, le risposte continuano a tardare, mentre i cormorani non si fermano di certo.

Il Consorzio Mare ’e Pontis conta circa 170 soci, dietro ognuno dei quali ci sono famiglie da mantenere, spese da sostenere e mutui da pagare oltre a tutto ciò che occorre per andare avanti nel lavoro e nella quotidianità. «Non abbiamo mai chiesto aiuti economici, perché siamo persone abituate a vivere del nostro lavoro – dice Giuliano Cossu, con lo sguardo rivolto verso uno stormo di cormorani che mangiano indisturbati a poche decine di metri di distanza –. Così però non possiamo andare avanti. Tra cormorani e pescatori di frodo, se non ci vengono incontro, non è possibile continuare». Pronuncia le parole lentamente, con un misto di disperazione e di rabbia. Consapevole che la battaglia è di quelle difficili da combattere. «Dall’assessorato regionale all’Ambiente, gli uffici, alle nostre richieste di procrastinare il periodo di contenimento portandolo fino al 31 di marzo, rispondono prendendo tempo. Ci stanno lavorando, dobbiamo avere pazienza».

Di pazienza finora i pescatori cabraresi ne hanno dimostrato tanta, ma adesso comincia a subentrare la rassegnazione e con essa anche la voglia di mollare tutto e andare via.

I pescatori come Giorgio, a bordo delle loro imbarcazioni, fanno giri di guardia in continuazione per presidiare gli oltre duemila ettari di stagno. I cormorani vedono la barca arrivare, si spostano di qualche decina di metri, poi riprendono la razzia.

«Sembra che ci prendano in giro – dice Cossu – perché la battaglia è impari. Non hanno alcun timore della nostra presenza, e noi non possiamo fare altro che guardarli mentre distruggono il nostro lavoro e il futuro dei nostri figli».

I pescatori dell’Oristanese attendono le decisioni della Regione, il problema cormorani non c’è solo a Cabras, ma qui assume contorni significativi, se non altro per la quantità del pesce derubato. Due chili di novellame al giorno depredato dai volatili.

Altro che fucili, per i pescatori servirebbero i cannoni.

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