«Si finse avvocata per truffare i clienti», 52enne condannata a Oristano
Due anni e otto mesi alla consulente che gestiva una società per il riconoscimento di risarcimenti da colpa medica o in seguito a incidenti stradali
Oristano Truffa, tentata truffa, appropriazione indebita ed esercizio abusivo della professione forense. Il reato è quadruplo, la condanna unica. A meno di ribaltamenti nei prossimi gradi di giudizio, dovrà scontare due anni e otto mesi la consulente Gabriella Addari, 52enne accusata da alcuni clienti di essersi finta avvocata e da un consulente legale di aver intascato i soldi della parcella che spettavano a quest’ultimo. Il caso è chiuso, l’imputata è tutt’altro che soddisfatta della sentenza della giudice Cristiana Argiolas e annuncia appello, portano invece a casa il risultato i pubblici ministeri Andrea Chelo e Daniela Muntoni, nonché le varie parti civili, rappresentate dagli avvocati Patrizio Rovelli, Marina Caria, Giovanni Cau e Antonello Spada, quest’ultimo per l’Ordine forense di Oristano a sua volta parte offesa.
Tutto era nato nel 2017 quando sul tavolo della procura arrivarono alcune denunce in cui si raccontava una storia in fotocopia. I clienti della consulente, che si occupava per lo più di assisterli in pratiche di risarcimento danni per colpa medica o in seguito a incidenti stradali, raccontavano una storia simile: si sarebbero ritrovati nello studio di Gabriella Addari dopo che interventi chirurgici o incidenti stradali non erano stati indennizzati o lo erano stati con una somma minore rispetto a quella attesa. C’era un problema e Gabriella Addari accoglieva nel suo studio di consulenze infortunistiche chi aveva bisogno di aiuto, solo che, come hanno sostenuto i pubblici ministeri Andrea Chelo e Daniela Muntoni che si sono succeduti nelle arringhe arrivando a chiedere tre anni di condanna, la dottoressa si fingeva avvocata traendo così in inganno chi si era a lei rivolto.
Da principio si sarebbe impossessata di 6.380 euro di una cliente. Secondo l’accusa erano i soldi che da usare per pagare alcune consulenze tecniche nell’ambito di una causa civile di risarcimento danni seguita a un intervento chirurgico. Gli altri capi d’imputazione riguardavano un tentativo di truffa ai danni del medico legale cagliaritano Matteo Nioi, al quale avrebbe chiesto 8mila euro dopo avergli raccontato che la cliente, persa la causa per il risarcimento, era decisa a denunciarlo e a rivelare la sua scarsa professionalità. Secondo quanto ricostruito, al professionista sarebbe stato detto che la cliente avrebbe reso pubblica la vicenda perché aveva una stretta parentela con un giornalista al quale avrebbe raccontato tutto. Un secondo raggiro sarebbe stato commesso ai danni di un altro cliente dello studio, con la quale si sarebbe spacciata per avvocata, dicendo che sarebbe stata disponibile per seguirla in una causa di risarcimento danni per colpa medica arrivando a ottenere 2.720. E fu proprio per questo episodio che l’Ordine forense ha poi deciso di tutelarsi arrivando a costituirsi parte civile.
La difesa affidata all’avvocato Massimiliano Ravenna ha negato il fatto che Gabriella Addari abbia mai camuffato la propria società come fosse uno studio legale e il fatto che qualcuno dei clienti la chiamasse avvocatessa non poteva bastare perché l’imputata avesse realmente commesso il reato, dal momento che mai era arrivata in tribunale o in sedi ufficiali a fingersi tale. Per quanto riguardava le truffe e l’appropriazione indebita, i fatti sono stati negati così come l’episodio che vedeva coinvolto il medico legale. Non è bastato per far cadere le accuse che hanno invece convinto la giudice Cristiana Argiolas che, oltre alla condanna, ha stabilito anche un primo risarcimento attraverso tre provvisionali di cinquemila, tremila e mille euro.