Il Comune vince la battaglia per l’acqua: potrà prelevare dalle sorgenti
Le fonti di Sant’Antioco forniranno acqua per 28,45 litri al secondo
Scano di Montiferro Una vittoria storica per la comunità: il Comune ha ottenuto il diritto di prelevare l’acqua dalle sorgenti di Sant’Antioco. L’annuncio è stato dato con soddisfazione dal sindaco Antonio Flore Motzo, definendolo un «prezioso riconoscimento» raggiunto dopo anni di «battaglie e adempimenti». La concessione di durata trentennale autorizza Scano Montiferro a utilizzare l’acqua per una portata di 28,45 litri al secondo, destinandola al servizio della diga locale e della condotta rurale. «Questa importante conquista rappresenta un punto fermo nella difesa degli interessi della comunità ed è segno dell’impegno costante della nostra amministrazione nella tutela del diritto alla vita del paese, costantemente minacciato da interessi economici e politici esterni», ha scritto il primo cittadino. L’autorizzazione è arrivata dalla Regione, nello specifico dal Servizio del Genio civile dell’assessorato ai Lavori pubblici, con una determina diventata operativa con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Per Scano Montiferro significa allontanare definitivamente l’incubo dei razionamenti idrici. Risultato importante se si considera che quest’anno la siccità aveva costretto l’amministrazione a dichiarare addirittura lo stato di calamità naturale.
Al centro della contesa idrica resta proprio la sorgente di Sant’Antioco, che Scano Montiferro è determinata a difendere. Il Comune aveva già segnato un punto a suo favore a fine luglio, quando, durante la conferenza dei servizi indetta da Egas per prendere la decisione, era stato bocciato il progetto definitivo per la nuova condotta idrica Scano-Macomer. Abbanoa non aveva infatti adempiuto al monitoraggio del flusso idrico e non aveva comunicato i dati sulla portata dell’acqua delle sorgenti. A questo punto l’Egas ha dovuto invitare la società idrica ad «adottare le prescrizioni e le condizioni necessarie al superamento delle problematiche emerse in sede di acquisizione delle autorizzazioni e dei dissensi espressi dalle amministrazioni coinvolte». Dunque, resta in sospeso il destino del progetto per realizzare una condotta lunga sedici chilometri, dal costo stimato di tre milioni e mezzo di euro. Mentre il capoluogo del Marghine scommette su quest’opera per risolvere un problema di approvvigionamento idrico storicamente insufficiente, il Comune di Scano di Montiferro si oppone con forza da anni, sostenendo che l’intervento finirebbe per danneggiare l’intero ecosistema del Rio Mannu.
