La Nuova Sardegna

Quorum a 515mila voti polemiche e suspense

E’ il problema di tutti i referendum: superare il quorum. Per la prima volta in Sardegna sarà applicata la legge statutaria che ha introdotto un diverso sistema di conteggio.

03 ottobre 2008
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CAGLIARI. E’ il problema di tutti i referendum: superare il quorum. Per la prima volta in Sardegna sarà applicata la legge statutaria che ha introdotto un diverso sistema di conteggio. Per stabilire se la consultazione popolare è necessario che i votanti superino il 50 per cento dei votanti alle ultime elezioni regionali: nel 2004 avevano votato un milione e 30mila sardi, quindi stavolta il quorum sarà di 515mila elettori.

Una cifra che si avvicina al 38 per cento dell’elettorato sardo, mentre - con le precedenti leggi regionali - il quorum era del 33 per cento. Per i promotori dei tre quesiti (quelli contro Abbanoa sono stati chiesti da un gruppo di sindaci capeggiati da Angelo Deidda, primo cittadino di Domusnovas, quello contro la legge salvacoste è stato chiesto dal Centrodestra, con il deputato Mauro Pili in prima fila) l’entrata in vigore della legge statutaria è stata ovviamente un danno: la cosa era nell’aria, tanto è vero che tra le polemiche che hanno accompagnato la riforma uno dei punti centrali era stato quello della restrizione dei diritti referendari.

I promotori dei referendum sono comunque fiduciosi. Sperano, unendo le proteste contro la legge salvacoste e il Piano paesaggistico e il malcontento provocato dalle bollette e dai disservizi di Abbanoa, di convincere oltre mezzo milione di sardi ad andare a votare. Impresa difficilissima, perché alle ultime elezioni politiche di primavera Pdl e Udc (separati) hanno superato di poco i 450mila voti, con un interesse popolare sicuramente superiore.

Stavolta il fronte del Centrodestra potrà contare sui Sì chiesti ai sardi anche dal Psd’Az e dal Partito socialista, oltre che da altri partiti centristi, come l’Uds. E potrà contare anche su chi, nella maggioranza regionale di centrosinistra, ha - come ha fatto Rifondazione comunista - proposto di andare alle urne per votare No.

La giunta di Renato Soru (accusata dal Centrodestra di non aver minimamente pubblicizzato l’appuntamento referendario) è naturalmente schierata sull’astensione, come il Partito democratico. E’ naturale che la lettura del voto sarà tutta politica. Se dovesse essere raggiunto il quorum, la vittoria dei Sì (e del Centrodestra) sarebbe clamorosa. I Sì vinceranno in ogni caso, ma se il quorum non venisse raggiunto, la giunta di Renato Soru e il Centrosinistra potrebbero parlare di fallimento dell’opposizione.

Conseguenze politiche si avranno anche all’interno degli schieramenti contrapposti. La vittoria del Sì premierebbe la battaglia di Mauro Pili e danneggerebbe altri aspiranti alla presidenza della Regione, mentre nel Centrosinistra questo appuntamento segna la definitiva rottura tra alcuni alleati.
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