La Nuova Sardegna

Prostituzione nel centro storico: 16 case sequestrate, 8 indagati

Gianni Bazzoni
Prostituzione nel centro storico: 16 case sequestrate, 8 indagati

Sotto accusa proprietari e affittuari, tra cui un cinese. Canoni alle stelle per locali malsani

23 maggio 2009
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SASSARI. Prostituzione e immigrazione clandestina, tutto senza regole, fuori dalle leggi e alla luce del sole, in pieno centro storico. Davanti alle vecchie botteghe artigiane, alla gente che passa, va a fare la spesa o a lavorare, torna a casa con i figli. È così da anni a Sassari ma anche in altre città della Sardegna (come Cagliari e Olbia) dove si registrano da tempo i fenomeni più significativi. Ieri mattina, poco prima delle 8, è scattato il nuovo blitz dei carabinieri, stavolta concentrato sulle case d’appuntamento, quelle prese in affitto dalle donne che vendono il proprio corpo e che generano un guadagno per la criminalità organizzata che - solo a Sassari - ogni anno frutta un milione e 200mila euro.

Sessanta militari della compagnia e dei Cacciatori di Sardegna sono arrivati a bordo di sedici mezzi e hanno circondato la zona della «città vecchia», qui hanno eseguito il sequestro preventivo di 16 immobili (valore sul mercato di un milione). Quasi tutti alloggi piccoli e malsani, senza i requisiti minimi di sicurezza, privi dei servizi essenziali, affittati a 250 e 500 euro (secondo gli investigatori un valore pari al doppio di quello reale). Otto le persone indagate - sette sassaresi e un cinese - nell’ambito di quella che è stata battezzata «Hide City» (la città nascosta) - alle quali sono stati contestati i reati di favoreggiamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina. Per loro un reddito annuo di circa 100mila euro dai canoni di locazione. Escluso per tutti il reato di sfruttamento della prostituzione. Le case sequestrate sono state date in custodia ai proprietari.

Il centro storico è stato svegliato, ieri mattina, dall’invasione di carabinieri che sono arrivati simultaneamente su tutti gli obiettivi. Degli otto indagati (coinvolta una famiglia: madre, sorella e due figli), quattro sono proprietari e hanno affittato direttamente le abitazioni, gli altri quattro, invece, hanno provveduto a subaffittare le case dove poi hanno operato le prostitute che si sono alternate con presenze medie di 3 o 4 mesi. Alcune saranno espulse nelle prossime ore. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in una conferenza stampa al comando provinciale, dal capitano Sergio Molinari, comandante della compagnia, e dal tenente Livio Rocchi, che dirige il nucleo operativo e radiomobile.

Si è appreso, così, che l’indagine coordinata dalla procura della Repubblica di Sassari è cominciata circa due anni fa, dalle ceneri di una attività antiprostituzione sviluppata nel centro storico e concentrata sui clienti che arrivavano agli appuntamenti con le «donne in casa» dopo avere raccolto messaggi e numeri di telefono ampiamente pubblicizzati. Da quella prima indagine è emerso che le prostitute - età media 25 anni, provenienti dal centro America e nord Africa, ma anche dalla Cina - sono state gradualmente inserite nel centro storico di Sassari da una organizzazione che probabilmente non fa capo allo stesso vertice, e che cambia continuamente le donne straniere che si prostituiscono. Ciascuna di loro «gestisce» quotidianamente tra otto e dieci clienti (appuntamenti nell’arco delle 24 ore), per un guadagno che oscilla tra 400 e 600 euro.

Durante l’operazione i carabinieri hanno identificato 50 prostitute e recuperato anche contratti di locazione che, in larga parte, erano intestati a persone che erano già andate via. In altri casi i contratti risultavano regolari al momento della stipula ma, con il passare dei mesi, chi pagava l’affitto era già passata nella posizione di clandestina.

A conclusione dell’operazione «Hide city» e dopo l’accertamento dell’importante giro d’affari - appunto di un milione e 200mila euro l’anno - resta ancora oscura la parte più importante dell’indagine: a chi vanno i profitti milionari? Quali figure intermedie si muovono, anche a Sassari, per assicurare i collegamenti tra le donne sfruttate e chi gestisce il mercato della prostituzione senza mai farsi neppure vedere in Sardegna? Prostituzione e immigrazione, il binomio evidenzia diversi punti in comune e il business delle vecchie case affittate a poveri disperati è solo uno degli aspetti di una storia che è simile a quella di tante altre realtà italiane. Un elemento sicuramente slegato da quello dell’organizzazione che «gestisce le donne», anche se - proprio in città - non mancano i casi di immigrate sfruttate direttamente da loro connazionali con la complicità della delinquenza locale.
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