La Nuova Sardegna

Fiume Santo, via libera alla centrale a carbone

Pinuccio Saba
Fiume Santo, via libera alla centrale a carbone

All’inizio del prossimo anno E.On potrebbe aprire i cantieri per il terzo gruppo da 410 megawatt

01 agosto 2009
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Se non ci saranno imprevisti, all’inizio del prossimo anno E.On potrebbe aprire i cantieri per la costruzione del terzo gruppo di produzione a carbone da 410 megawatt. La firma del ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo sulla Via (valutazione di impatto ambientale) ha eliminato l’ostacolo maggiore alla concretizzazione del progetto avviato con il protocollo di intesa sottoscritto, nel gennaio del 2007, dall’allora presidente della regione Renato Soru e dai vertici di Endesa.

Il progetto prevede la realizzazione del nuovo gruppo di produzione dotato di tecnologie di ultima generazione e la demolizione dei vecchi gruppi 1 e 2 che continuano a bruciare olio combustibile.

«Abbiamo accolto la notizia con grande soddisfazione, anche se la procedura autorizzativa non è ancora completa - commenta Paolo Venerucci, responsabile delle risorse umane di E.On -. Ora tutti i passaggi saranno più rapidi e contiamo di chiudere l’intero iter autorizzativo nei prossimi mesi». Un commento prudente, quello di Paolo Venerucci, visto che è ancora necessario il via libera del ministero dei Beni culturali, una delibera della Regione Sardegna, l’autorizzazione del ministero allo Sviluppo economico e la conferenza di servizi conclusiva che si dovrebbe tenere in Sardegna.

«Finalmente un’ottima notizia - commenta Pierfranco Delogu, segretario generale della Filcem-Cgil - che cancella definitivamente il progetto Eni di costruire una centrale al posto del petrolchimico. Una boccata d’ossigeno per il territorio». Una volta avviati i cantieri, alla costruzione della centrale ci sarà lavoro per 1500 persone, per quattro anni. «Ma la costruzione della centrale significa più occupazione anche nell’indotto - aggiunge Giuseppe Buia, segretario provinciale della Flaei-Cisl -. Non solo nelle manutenzioni e nelle pulizie industriali, visto che aumenterà anche il traffico delle navi».

«Ancora una scelta energetica che parla al passato» è invece il commento del responsabile scientifico di Legambiente Stefano Ciafani. Legambiente ricorda che le 12 centrali italiane che utilizzano il carbone contribuiscono solo per il 14 per cento alla produzione elettrica nazionale a fronte di una emissione di CO2 pari al 30 per cento del totale del settore elettrico, con un trend in continua crescita.
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