La Nuova Sardegna

«Basta, faccio un decreto sulla privacy»

Giampiero Cocco
«Basta, faccio un decreto sulla privacy»

Sfogo del premier contro i paparazzi che hanno fotografato i suoi ospiti a Villa Certosa

12 agosto 2009
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PORTO ROTONDO. Silvio Berlusconi annuncia una nuova legge sulla privacy. A far traboccare un vaso già colmo di livore gli scatti che lo ritraevano alla Certosa mentre accoglieva la figlia Marina.

«Basta, sono stufo dell’invadenza dei paparazzi nella vita privata. Quello della privacy è un tema da affrontare e risolvere» avrebbe affermato ai suoi ospiti il premier. Uno sfogo d’impeto, esternato nel corso della festa di compleanno della primogenita Marina non appena il premier era stato messo messo al corrente, da un ufficiale dell’Arma, che alcuni paparazzi erano stati fermati ai confini della tenuta di Porto Rotondo dopo aver ripreso lo sbarco, sul pontile privato della Certosa, di Marina Berlusconi e del marito Maurizio Vanadia con prole al seguito.

«Ancora una volta alcuni fotografi, in evidente violazione di legge, hanno ripreso il presidente Berlusconi ed i suoi familiari a Villa Certosa», ha affermato ieri Niccolò Ghedini, facendo sapere che una denuncia è già stato sottoposta «all’autorità giudiziaria di Tempio che ha sequestrato il materiale fotografico, e al garante per la protezione dei dati personali». I paparazzi, comunque, non demordono, e anche ieri hanno tentato di dare l’assalto al bunker della Certosa, controllato a vista da un esercito di uomini composto dai cacciatori di Sardegna, il reparto speciale anticrimine dell’Arma, e da uno stuolo di poliziotti e carabinieri in assetto di guerra.

Ieri quattro fotografi sono stati fermati nelle vicinanze dell’ingresso principale della Certosa, e anche a loro è stato sequestrato materiale fotografico al vaglio degli inquirenti. «Noi non lasciamo l’isola - ha detto ieri Manuel Bussetti, uno dei fotografi denunciati - anche perchè questo è il nostro lavoro». L’insofferenza di Silvio Berlusconi nei confronti dei “cannoni”, i potenti teleobiettivi montati sulle macchine fotografiche che lo riprendono anche da distanze notevoli, arriva dopo gli scatti rubati, in oltre tre anni di appostamenti, dal fotografo olbiese Antonello Zappadu, che aveva raccolto in cinquemila scatti i momenti di vita all’interno della villa del premier e che aveva portato il legale di Berlusconi, Niccolò Ghedini, a chiedere e ottenere il sequestro giudiziario di diverse istantanee e al divieto di pubblicazione, in Italia, di quella documentazione fotografica.

Berlusconi, dopo gli scatti che riprendevano lui e i suoi ospiti nella tenuta di Porto Rotondo, in uno scatto di rabbia decise di mettere in vendita la Certosa, rinunciando per alcuni mesi alla sua solita capatina di fine settimana in terra sarda. Poi le confortanti parole di tanti amici, e il suo amore verso quello che ritiene un gioiello forgiato personalmente e incastonato al centro del suo planetario impero immobiliare, lo hanno portato al ritorno nell’isola, per festeggiare - in quella che ritiene la villa di famiglia - il compleanno della primogenita Marina e per trascorrere un breve periodo di vacanze. Come ogni estate.
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