La Nuova Sardegna

Cappellacci: "Aboliamo quattro Province"

Filippo Peretti
Ugo Cappellacci
Ugo Cappellacci

Per rendere meno pesanti i tagli contenuti nella manovra correttiva regionale, ma soprattutto dopo la batosta subita in Consiglio per colpa dei franchi tiratori, Cappellacci propone l’abolizione di quattro Province. Immediate le reazioni di consenso, ma anche una rivolta del Pdl gallurese, con il neo presidente Fedele Sanciu che dice: "Aboliamo la Regione"

03 luglio 2010
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CAGLIARI. Per far digerire ai sardi il taglio di 380 milioni di euro al bilancio regionale mediante la manovra correttiva, Ugo Cappellacci ha pensato che forse non basta la cancellazione di quattro Agenzie, di cui tre volute dal predecessore Renato Soru. Il governatore ha così lanciato ieri una proposta più popolare: la cancellazione delle quattro nuove Province.

E’ stato lui stesso a darne l’annuncio dopo averne parlato giovedì alla giunta. Trovando subito consensi, ma provocando anche una rivolta proprio nel suo partito, il Pdl, e in Gallura, la zona in cui poco più di un anno fa è partita l’offensiva dei dissidenti.

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Incoraggiato dall’astensione-record alle elezioni provinciali, Cappellacci ha preso la palla al balzo per imporre un dibattito politico anziché essere ancora costretto a inseguire gli eventi. E tra gli eventi da “dimenticare” c’è, per il governatore, la batosta della giunta in Consiglio regionale: quindici franchi tiratori mercoledì hanno affossato il Piano casa-bis.

«Sin dalla prossima settimana - ha anticipato Cappellacci - fra le ipotesi di lavoro che verranno presentate agli alleati di maggioranza c’è anche quella della possibilità di abolire quattro Province». Il vertice è già fissato per martedì: ci saranno, oltre a Cappellacci e l’assessore Giorgio La Spisa, anche segretari e capigruppo del centrodestra. Il governatore vuole parlare di manovra correttiva e di riforme che garantiscano «efficienza e risparmi», ma gli alleati vorranno parlare anche dello scontro politico interno e della verifica di giunta. Può darsi che il presidente abbia messo nuovi argomenti proprio per sottolineare la sua volontà di reagire in avanti e di non farsi trascinare dai conflitti.

Al di là delle aspettative di Cappellacci, tuttavia, l’esito del confronto non è scontato. Ieri a suo favore si è schierato il leader dei Riformatori, Michele Cossa: «E’ il momento di fare scelte coraggiose rimandate da troppo tempo: si può fare subito il taglio delle quattro nuove Province, trasferire competenze e risorse ai Comuni e ridurre da 80 a 60 del numero dei consiglieri regionali».

Aperto al dialogo ma più problematico è il segretario del Psd’Az, Giovanni Colli: «Si deve aprire una riflessione, ma non con dichiarazioni estemporanee». Personalmente Colli le Province le abolirebbe tutte, mentre il capogruppo sardista, Giacomo Sanna, ricorda che «il partito era favorevole ad aggiungere solo la Gallura e a discutere sul Sulcis, non certo a portarle a otto».

Nel centrodestra sono proprio i galluresi a opporsi con assoluta fermezza all’idea di Cappellacci, come spiega il neo presidente Fedele Sanciu, che si è subito scagliato contro il governatore. Nel Pd reazioni differenti. Il presidente di Carbonia-Iglesias, Tore Cherchi, ha rilanciato la proposta dell’Anci (Consigli provinciali trasformati in assemblee dei sindaci), mentre nel Medio Campidano il consigliere regionale Giuseppe Cuccu è drastico: «E’ solo fumo negli occhi per mascherare i fallimenti della giunta regionale».

Il capogruppo di Sel, Luciano Uras, ha parlato di «finzione», di «disperato tentativo di uscire dall’angolo politico mediatico in cui Cappellacci si trova». Dopo aver sottolineato che il presidente «è in difficoltà pesanti e guida una maggioranza in crisi, ora vuole abolire le Province che non è riuscito a conquistare con il voto». Piuttosto, ha detto Uras, la giunta «si renda conto che i veri problemi da affronatre sono la disoccupazione e la crisi economica e sociale, non quella della sua maggioranza».
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