La Nuova Sardegna

Villa Certosa, sono cinque i nuovi bungalow. Coro di critiche

La residenza del premier di Porto Rotondo
La residenza del premier di Porto Rotondo

Non si placano le polemiche per le unità abitative progettate dalla società Idra Immobiliare per la residenza di Porto Rotondo del premier. Sarebbero cinque, tra i 32 e i 45 metri cubi, per un totale di 800 metri cubi. Berlusconi ha ottenuto il via libera all'ampliamento della residenza sarda grazie al Piano casa

26 luglio 2010
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CAGLIARI. «Questo episodio, l’uomo più ricco d’Italia e capo del governo italiano che chiede e ottiene di allargare la propria villa in Sardegna, è una nuova conferma del livello barbarico in cui è precipitata l’Italia»: parole di Edoardo Salzano, urbanista pianificatore di fama internazionale, padre indicusso del piano paesaggistico regionale.

Salzano è sconcertato: «La norma sul piano-casa è stato un fallimento a livello nazionale, è incredibile poi che alcune regioni l’abbiano applicata ancora prima che diventasse legge. Purtroppo la prima è stata la Toscana, amministrata dal centrosinistra. Ed è stata una decisione difficile da comprendere». Salzano però insiste sul caso sardo: «Questo fatto dimostra quanto Berlusconi tenga alla sua villa e spiega perchè il presidente del consiglio si sia impegnato così a fondo per sostenere la candidatura dell’amico Ugo Cappellacci».

L'ok all'ampliamento di Villa Certosa

L’ex assessore regionale all’urbanistica Gianvalerio Sanna ha la carta bollata sulla scrivania: «Sull’ampliamento di villa Certosa il parere della commissione al paesaggio conta soltanto come un parere, ma se l’ufficio regionale per la tutela del paesaggio darà il nullaosta all’intervento, che è l’atto rilevante, ricorreremo al Tar perchè si verificherà una chiarissima violazione del piano paesaggistico regionale».

Sanna si era già fatto sentire nell’aula del consiglio quando, a maggio scorso, sono uscite sulla Nuova Sardegna le prime indiscrezioni sull’istanza di accesso al piano-casa presentata dall'Idra Immobiliare di Silvio Berlusconi: «Ho chiesto che gli atti mi venissero trasmessi immediatamente, perchè mi pare evidente che se l’amministrazione Cappellacci ha elaborato un secondo piano casa l’ha fatto perchè il primo era illegittimo. Poi si è rivelato illegittimo anche il secondo...». Sugli aspetti politici il giudizio è scontato: «Manca persino il pudore - taglia corto Sanna - ma ormai non c’è più da stupirsi di nulla, basta guardarsi intorno e vedere a quale punto è il nostro paese grazie a questi governanti».

Sulla stessa linea l’ex presidente della Regione Renato Soru: «Non ho commenti su questa vicenda, posso solo dire che difenderemo il piano paesaggistico in ogni sede, come abbiamo fatto finora». Anche Francesco Pigliaru, ex assessore regionale alle finanze e docente di economia, fa fatica a trovare le parole giuste per una valutazione dei fatti: «Il piano casa va nella direzione esattamente opposta a quella giusta, fa costruire di più anzichè di meno. Il fatto che ad avvantaggiarsene per primo sia Berlusconi è la conferma di quanto quella norma sia sbagliata».

Indignazione anche a Italia Nostra, dove la responsabile giuridica Maria Paola Morittu appoggia pienamente l’idea di un ricorso ai giudici amministrativi: «Se riscontreremo profili di illegittimità lo presenteremo subito, questo è certo. Perchè abbiamo di fronte l’annesima dimostrazione di come chi governa badi ai propri interessi piuttosto che al bene comune». La dirigente dell’associazione culturale contesta anche l’opportunità del piano-casa: «Le domande all’esame della commissione sono state soltanto trentacinque, il che la dice lunga sulla necessità di questa norma regionale, costata lunghissime discussioni e sedute del consiglio regionale a discapito di problemi reali della Sardegna. Non so, è una cosa talmente vergognosa che non si trovano parole sufficienti a esprimere il disappunto».

Caustico il commento di Stefano Deliperi, responsabile del Gruppo di intervento giuridico: «Nessuna sorpresa, ormai in questo paese quando si fa una legge si sa già in partenza chi sarà l’utilizzatore finale. In questo caso poi si tratta di una vera legge-porcata, destinata ad alimentare gli interessi di pochi e ben identificati speculatori. Ma come tutte le cose elaborate in fretta si è rivelata un fallimento totale. Doveva servire a chi ha già volumetrie e cantieri pronti, alla fine è servita soltanto a Berlusconi».

Parla di fallimento anche Vincenzo Tiana, presidente regionale di Legambiente: «Ci siamo battuti contro il piano-casa e i fatti dimostrano che eravamo sulla strada giusta, quella legge è un disastro ed è stata pensata soltanto per alcune persone. Che altro potrei aggiungere? E’ una cosa deprimente, se ci saranno gli estremi ricorreremo al Tar».

Intanto si apprende che i bungalow progettati dalla società Idra Immobiliare per Villa Certosa sarebbero cinque, tra i 32 e i 45 metri cubi, per un totale di 800 metri cubi. Il piano-casa prevede la possibilità di aumentare la volumetria concessa del dieci per cento.
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