La Nuova Sardegna

CAOS TIRRENIAIl sindacato: "E’ il momento di appoggiare una cordata sarda"

Andrea Massidda
CAOS TIRRENIAIl sindacato: "E’ il momento di appoggiare una cordata sarda"

Linea unitaria per Cgil e Cisl che sollecitano l’intervento della Sfirs per incentivare gli imprenditori: "Ora affidiamo le competenze a chi garantirà il servizio"

12 agosto 2010
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CAGLIARI. La Tirrenia è sempre più in alto mare. Se è vero che ieri il tribunale fallimentare di Roma ha giudicato ammissibile il ricorso della UilTrasporti che chiede di spostare a Napoli l’accertamento dello stato di insolvenza della compagnia di navigazione, è altrettanto vero che in Sardegna ancora non si sono spente le polemiche sorte per il trattamento riservato nei giorni scorsi a migliaia di passeggeri lasciati in banchina o a bordo di un traghetto in attesa di capire come raggiungere l’isola.

Ma i sindacati della Sardegna come commentano questa inquietante situazione? «Noi sardi siamo dentro un disastro di gestione e di servizi che ormai ci trasciniamo da tempi biblici, con navi vecchie e trascurate, specie sulla rotta di Cagliari - commenta Enzo Costa, segretario generale della Cgil Sardegna -. Ora come ora, purtroppo, comunque si concluda la questione Tirrenia non ci aspettiamo nulla di buono». Per Costa, le soluzioni auspicabili sono solo due. «La prima è che la Sardegna rivendichi la competenza primaria sui trasporti che riguardano l’isola, in modo che la Regione diventi il soggetto che affida le rotte in concessione alla compagnia di navigazione che le garantisce il miglior servizio». Ma Costa rilancia anche l’idea più volte ventilata da vari politici regionali, che avevano prospettato la creazione di una flotta tutta sarda, salvaguardando tutti i posti di lavoro. «Sarebbe - dice Costa, un atto di sano indipendentismo e ci sarebbero ovviamente ricadute positive sull’occupazione dei sardi. La verità - conclude il segretario regionale della Cgil Sardegna - è che sino a quando non percorreremo una di queste due strade noi sardi dovremo limitarci a stare a guardare, giudicando volta per volta se il servizio è o non è all’altezza delle normali aspettative».

Dal canto suo, Giovanni Matta, segretario generale della Cisl in Sardegna con competenza proprio sui trasporti, si augura che a far parte dei futuri acquirenti della Tirrenia ci sia una cordata di imprenditori sardi, incentivati dalla Regione, magari attraverso la Sfirs. «Sappiamo che la giunta ci sta lavorando - spiega Matta - anche perché i destini del sistema produttivo della Sardegna non possono finire in mano ai siciliani».

Intanto, com’è noto, martedì scorso il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci ha firmato un esposto alle Procure della Repubblica di Cagliari, Tempio e Civitavecchia affinché si valuti l’ipotesi del reato di interruzione di servizio (ex articolo 331 del codice penale) e di altri eventuali illeciti relativi ai disservizi causati dalla Tirrenia, oltretutto nel periodo estivo.
Per quanto riguarda la privatizzazione, invece, l’appalto sull’affidamento delle rotte era stato affidato inizialmente alla «Mediterranea Holding» (una cordata guidata dalla Regione Sicilia, socio di maggioranza con il 37 per cento), ma poi è stato annullato da Fintecna per scadenza dei termini di sottoscrizione di contratto. In mezzo c’è l’annuncio delle due giornate di sciopero proclamate dal nazionale Uiltrasporti, che annuncia il fermo di tutta la flotta per il 30 e il 31 agosto. Un blocco che potrebbe casusare disagi inimmaginabili proprio in quei giorni di infernale controesodo.
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