La Nuova Sardegna

Fallisce il vertice in Regione, pastori pronti a scendere ancora in piazza

I pastori occupano il Consiglio regionale
I pastori occupano il Consiglio regionale

Dopo quasi cinque ore di confronto con il governatore Cappellacci e l'assessore dell'Agricoltura Prato, la delegazione del Movimento guidato da Felice Floris ha abbandonato il tavolo. La Regione ha ribadito il no ai de minimis per mancanza di fondi

27 ottobre 2010
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CAGLIARI. E' rottura tra la Regione e i pastori del Movimento di Felice Floris sugli aiuti de minimis a favore delle aziende agropastorali in crisi in Sardegna. Gli allevatori si preparano ora a scendere nuovamente in piazza.

Dopo quasi cinque ore di confronto a Villa Devoto con il governatore Cappellacci e l'assessore dell'Agricoltura Prato, la delegazione ha abbandonato il tavolo perché non è stata accolta la richiesta di concedere 15 mila euro ad azienda entro il 31 dicembre 2010, al più tardi con la finanziaria 2011. La Regione ha ribadito il no ai de minimis perchè non ci sono fondi a sufficienza.

Il leader del Movimento ha così annunciato una nuova mobilitazione dei pastori: venerdì 29 riunione dei coordinatori a Tramatza (Oristano), mercoledì 3 novembre ancora in piazza a Cagliari.

L'incontro in Regione era stato seguito da un presidio di circa un centinaio di pastori. Al vertice aveva preso parte la stessa delegazione di 12 allevatori, fra cui una donna (Maria Barca, una dei portavoci del Mps), che sino a ieri avevano occupato la sala della Commissione bilancio in Consiglio regionale.

Floris: "Non vogliamo elemosine". "Oggi è una giornata triste perché pensavo di essere arrivato all'epilogo di una battaglia durata oltre 150 giorni, ma la Regione ci ha detto che non ci sono i soldi e questa non è la risposta che ci aspettavamo da chi governa la Sardegna e a Roma".  Il leader del Movimento pastori Floris ha commentato così il fallimento della trattativa a Villa Devoto. Floris ha spiegato che il confronto è andato avanti su quattro tavoli tematici che hanno riguardato la sanità (tracciabilità del prodotto e benessere animale), il bilancio per le risorse, l'agricoltura in genere e i trasporti. "Abbiamo lasciato per ultimo il de minimis - ha sottolineato il numero uno del Movimento - e ci hanno detto che ci sono pochi soldi. L'unica possibilità offerta era quella di dare subito 2.500 euro ad azienda e 5.000 euro entro Pasqua, ma noi non vogliamo elemosine".

Le richieste dei pastori. Nella piattaforma consegnata al tavolo, oltre ai de minimis compaiono il ritiro dal mercato delle eccedenze di pecorino romano ed eventuali eccedenze di latte (Cappellacci ha assicurato che per questo saranno disponibili 30 milioni di euro); acqua a costo minimo e sostegno alla produzione delle aziende cereagricole; realizzazione di 5-6 centri di stoccaggio per la bonifica e refrigerazione del latte; mattatoi per valorizzare le carni sarde; interventi per la formazione del personale commerciale nelle coop e nelle organizzazioni dei produttori; tracciabilità delle carni; rimodulazione del piano di sviluppo rurale; elettrificazione e interventi sull'energia rinnovabile; moratoria per i contributi previdenziali; continuità territoriale; ristrutturazione dei debiti scaduti.

Cappellacci: "Richieste inaccoglibili".
"Chiediamo a tutti un passo indietro e ci appelliamo al senso di responsabilità del mondo agropastorale", la parole del presidente della Regione, Ugo Cappellacci, al termine dell'incontro con la delegazione del Movimento pastori sardi. "Il disegno di legge per il comparto verrà riapprovato al più presto dalla Giunta - ha spiegato Cappellacci - in base alle indicazioni arrivate dal confronto con tutte le organizzazioni. Non possiamo però continuare con un sistema di sovvenzioni, anche per evitare che i nostri figli paghino il prezzo di queste scelte".

Il governatore ha ricordato le aperture rispetto alle richieste delle associazioni, "e anche oggi ci siamo confrontati sulla sanità animale, la tracciabilità e i controlli sulle importazioni. La disponibilità economica per tutti gli interventi potrebbe arrivare anche a 130 milioni, ma quanto chiesto anche oggi dal Mps, 15 mila euro per azienda, non può essere accolto". Sui macelli, il ritiro del pecorino romano dai magazzini, l'abbattimento del costo dell'acqua e interventi sull'energia la trattativa -  ha concluso il governatore - va avanti. Proseguiamo anche oggi gli incontri e contiamo di chiudere al più presto".
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