La Nuova Sardegna

Sassari, colpo di scena in tribunale "L'ha uccisa un ladro non il pitbull"

Gianni Bazzoni
Il pitbull viene portato via dalla casa della vittima
Il pitbull viene portato via dalla casa della vittima

La tesi della difesa al processo per la morte di Paola Dessole. "Azzannata quando era già morta". Il figlio, Gianni Carrucciu, è accusato di omicidio colposo. Secondo i suoi legali da casa sarebbe sparita una rilevante somma di denaro

27 ottobre 2010
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SASSARI. «Paola Dessole è stata uccisa da un aggressore sconosciuto che ha portato via dall'abitazione anche una rilevante somma in contanti, i cani l'hanno azzannata quando era già morta». Colpo di scena, ieri, nell'aula del tribunale, dove si processa il figlio della donna.

Gianni Carrucciu, 51 anni, accusato di omicidio colposo per l'omesso controllo di un pitbull lasciato nella casa dove viveva la madre, e dove vi erano anche altri cani, ieri ha aggiunto alcuni particolari a quanto aveva già detto. Ha spiegato che il passante della porta è risultato danneggiato e che era stata la madre a chiedergli di non portare via i cani (due suoi e uno della donna) perchè così si sentiva più sicura.

L'avvocato Giuseppe Lepori, difensore di Gianni Carrucciu - contestando la tesi dell'accusa, secondo la quale Paola Dessole sarebbe deceduta per le gravi lesioni provocate dal pitbull - ha sostenuto la sua verità. L'ipotesi è che quella mattina del 14 luglio 2008 qualcuno forzò la porta d'ingresso dell'abitazione, spingendo con violenza proprio mentre la donna guardava dalla spioncino dopo avere sentito dei rumori sospetti. Il legale ha sottolineato che «dalle foto scattate dalla polizia Scientifica, emerge in maniera chiara un segno di perforazione nella zona frontale, assolutamente non compatibile con il morso di un cane». Per l'avvocato si tratterebbe di un perno della maniglia della porta. Giuseppe Lepori ha anche portato all'attenzione dei giudici «la presenza di sangue nel pianerottolo» e la scomparsa da casa di una somma di denaro (3mila euro) che sarebbe stata prelevata pochi giorni prima dal conto corrente della donna «e della quale al momento non sappiamo niente», ha detto il legale dell'imputato.

Per l'avvocato Lepori, il pitbull avrebbe azzannato la donna quando era ormai morta, e questo confermerebbe «l'assenza di ferite da difesa alle braccia, così come stabilito anche dalla perizia del medico legale».

Il legale di Gianni Carrucciu si è soffermato anche su un altro particolare: la presenza dell'orologio della donna, con il cinturino slacciato, a fianco al cadavere. «Non credo che possa essere opera di un cane - ha detto ancora l'avvocato Lepori - e credo che anche questo fatto meriti attenzione».

Il giudice Marina Capitta (pubblico ministero Paolo Piras) ha aggiornato l'udienza al 15 febbraio 2011 per l'esame dei testimoni citati dalla difesa dell'imputato, in tutto 12 persone. Si comincerà, in particolare, da due veterinari che hanno eseguito la perizia di parte e che dovranno riferire se quelle lesioni riscontrate sul corpo di Paola Dessole sono compatibili con i morsi dei cani, in particolare del pitbull di Gianni Carrucciu. Opposta la tesi dell'accusa, secondo la quale Paola Dessole fu sbranata dai cani, non riuscì neanche a difendersi e lo scempio sul suo corpo durò anche dopo l'atroce fine. Da qui l'imputazione di omicidio colposo per omesso controllo del pitbull nei confronti di Gianni Carrucciu. Il medico legale Patrizia Matera aveva confermato in aula l'esito dell'autopsia: «Decesso da attribuire ad asfissia meccanica da schiacciamento anteriore del collo». In quel punto - secondo il pm Paolo Piras - colpì il pitbull senza mollare la presa.

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