La Nuova Sardegna

I pastori tornano in piazza: "Traditi da Cappellacci e Prato"

Umberto Aime
Felice Floris
Felice Floris

Il Movimento dei pastori oggi torna in piazza. «Siamo di nuovo in lotta - scrivono - contro i traditori della causa. Che sono il presidente Cappellacci e l'assessore Prato» che hanno fatto «carta straccia dell'accordo firmato il 2 novembre con una legge assurda e pasticciata». Per i pastori sarà la nona manifestazione da quando è ricominciato lo scontro sul prezzo del latte, dopo quelle negli aeroporti di Alghero, Olbia ed Elmas, sulla banchina di Porto Torres, a Porto Cervo, davanti a un mattatoio di Settimo San Pietro e dopo i due cortei a Cagliari

19 novembre 2010
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CAGLIARI. Questa volta l'obbiettivo non è il palazzo del consiglio regionale, ma la Saras, alle porte di Sarroch, sulla Sulcitana. Nell'ultima assemblea di Tramatza, i delegati dell'Mps si sono dati appuntamento alle 10 nel piazzale della raffineria. Perché un'industria? Lo spiega Felice Floris: «È un simbolo del massacro che l'agricoltura e la pastorizia hanno subito in questi anni. Prima ci è stata portata via la terra poi ci costringono a pagare il gasolio più di quanto costa a un allevatore della Toscana, che non ha le ciminiere sulla testa».

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Cosa abbiano in mente i manifestanti è difficile da ipotizzare. «Sarà un corteo pacifico», giura Floris, prima di dire: «Anche stavolta saremo in tanti». Il luogo doveva restare segreto fino alla vigilia, ma c'è stata una fuga di notizie. Così i pastori si troveranno di fronte le forze dell'ordine. Ma gli incidenti del 19 ottobre in via Roma sono ancora una ferita su un fronte e sull'altro perché ci sia voglia di una seconda guerriglia alla Saras o sulla Statale. Non ci sa ancora come in prefettura e in questura si siano mobilitati per fare fronte a una possibile occupazione della Sulcitana e al probabile blocco delle cisterne. Indiscrezioni dalla questura parlano di un vertice in cui sarebbe stato decisa la revoca di tutti i permessi per agenti e carabinieri e il sicuro schieramento del Battaglione mobile in assetto anti-sommossa, con i rinforzi pronti a intervenire.

La legge. Il Movimento pastori si sa contesta la legge approvata la settimana scorsa dal consiglio regionale e soprattutto l'articolo 1 che «impone la griglia (anticipata nei giorni scorsi dalla Nuova e vincolata al numero di pecore) per l'erogazione dei de minimis». «Non è certo quello che ci aspettavamo - ha detto Felice Floris a Tramatza - L'accordo firmato era chiaro: i contributi straordinari dovevano essere uguali per tutte le aziende. Con questa legge siamo stati traditi e vogliono persino spaccare il movimento, mettendoci uno contro l'altro. Ma siamo forti e resisteremo. Tant'è che abbiamo rilanciato la nostra prima proposta: 15mila euro per tutti».

Proposta già respinta una volta dalla giunta regionale per poi arrivare all'intesa (tremila euro generalizzati o secondo una griglia, qui sta la differenza) e bocciata di nuovo all'inizio della settimana. Cappellacci e Prato sono rimasti sulle loro posizioni: gli articoli della legge. Legge che è stata caricata avant'ieri sul sito del consiglio regionale, ma non ancora pubblicata sul Buras.

Dagli uffici dell'assessorato all'Agricoltura fanno sapere che ormai l'iter è concluso e saranno dunque rispettati i tempi annunciati dalla giunta subito dopo il via libera al disegno di legge «salva agricoltura». Tempi che dovrebbero essere questi: pubblicazione sul Buras entro questa settimana, riunione di maggioranza all'inizio della prossima, subito dopo un tentativo di incontro con le associazioni professionali per definire la griglia e infine il bando con la conferma che le prime erogazioni saranno entro il 31 dicembre. L'imbuto di questo percorso considerato virtuoso dal centrodestra sembra essere uno solo: il vertice con le associazioni. Coldiretti e Cia, in rotta con la giunta, si presenteranno al tavolo? È difficile.

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