La Nuova Sardegna

Nuoro, Iovine è già a Badu 'e Carros, arrivato il boss della Camorra

Giovanni Bua
badu 'e carros, nuoro
badu 'e carros, nuoro

Antonio Iovine è da ieri nel carcere nuorese di Badu ’e carros. Il boss dei Casalesi è arrivato ieri pomeriggio a Nuoro poco prima delle 17, sorvegliato da una scorta imponente. All’ex superlatitante sarà impedito qualunque contatto con altri esponenti della criminalità organizzata. Intanto non si placano le polemiche sull’arrivo di Iovine in Barbagia. Anche il vescovo di Nuoro, monsignor Pietro Meloni, dal pulpito ha tuonato: «E poi finisce che i ladroni li mandano sempre qui da noi»

22 novembre 2010
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NUORO. 'O Ninno è arrivato. Da ieri alle 16.55 il boss dei Casalesi Antonio Iovine è ospite del carcere di Badu 'e Carros. Con i suoi angeli custodi del Gom. Che lo hanno preso in carico a Napoli, lo hanno accompagnato con un volo di Stato fino all'aeroporto di Olbia (atterrato intorno alle 16) e poi in volata nel penitenziario nuorese.

Un vero e proprio blitz, portato a termine nel silenzio più assoluto, e tradito solamente dall'inusuale spiegamento di forze per «la traduzione» di un normale detenuto: un monovolume ad aprire il corteo, poi due auto «civetta», un cellulare e, a chiudere, altre tre auto della polizia penitenziaria. Un serpentone che ha imboccato a tutta velocità il vialone che porta al carcere nuorese. E dietro il quale si sono «sigillati» i cancelli.

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Impossibile avere conferme ufficiali. Impossibile sapere qualsiasi dettaglio. Una cortina di ferro impenetrabile che dimostra come il boss dei casalesi, arrestato mercoledì a Casal di Principe dopo 14 anni di latitanza, sia un detenuto «pericoloso». Forse il più pericoloso. La notizia del trasferimento di Iovine era «uscita fuori» venerdì a tarda sera. Arrivata dal carcere napoletano di Secondigliano, dove 'O Ninno era custodito dalla sua cattura.

Immediato si era levato un altissimo coro di proteste. E un clamore certo non gradito al Dap. Che normalmente «muove» pedine del calibro di Iovine nel più assoluto silenzio. Da quel momento tutti hanno iniziato a contare le ore. Ma 'O Ninno non arrivava. Alla fine sabato sera si è aperta una fessura nel muro di silenzio che ha circondato i movimenti del boss. E, ad arte, è arrivata la notizia che il trasferimento ci sarebbe stato, ma solo «a metà della prossima settimana».

Abbastanza per dare un po' di fiato agli uomini del Gom, il Gruppo operativo mobile, un corpo speciale che si occupa esclusivamente di custodia e trasferimenti di 41-bis. E fargli organizzare la «traduzione» lampo. Partenza dall'aeroporto di Napoli alle 15. Arrivo in quello di Olbia poco prima delle 16. Con cellulare e macchine della polizia penitenziaria ad aspettare sulla pista. E corsa a perdifiato fino a Nuoro, sotto nebbia e pioggia battente. Con ingresso a Badu 'e Carros alle 16.55.

Per 'O Ninno inizia adesso il «carcere duro». Probabilmente in una cella della «sezione di osservanza», quella riservata ai casi di isolamento disciplinare. Anche perché il 41-bis impone di tenerlo lontano dai «cugini» camorristi e mafiosi che abbondano tra gli oltre cento reclusi del Primo braccio, quello di Alta sicurezza. Fuori dalla sua cella un vero e proprio cantiere.

Chiusa da oltre un anno la Seconda sezione per mettere servizi e acqua calda nelle celle. E parte della Terza. Lavori di sbancamento per costruire il nuovo padiglione (quello che in molti temono sia destinato stabilmente ai 41-bis). E presenze ai minimi storici: 140 detenuti di cui però almeno cento «pericolosi». Gestiti da un personale all'osso. Meno di duecento agenti in servizio, e, tra malattie e servizi esterni, solo novanta effettivi. Riposi saltati, ferie arretrate, troppe ore di straordinario. E ora 'O Ninno, e il braciere. Che riprende a bruciare.

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