La Nuova Sardegna

Cagliari. Rutelli: "Berlusconi danneggia l'isola"

Francesco Rutelli con Marco Marracini
Francesco Rutelli con Marco Marracini

Rutelli inaugura la sede regionale di Alleanza per l’Italia con una promessa e un doppio attacco a Silvio Berlusconi e Ugo Cappellacci che naviga senza radar

29 novembre 2010
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CAGLIARI. Francesco Rutelli inaugura la sede regionale di Alleanza per l'Italia con una promessa («Api, Fli e Udc diventeranno il primo polo, in Italia e in Sardegna») e un doppio attacco a Silvio Berlusconi e Ugo Cappellacci. Per le elezioni amministrative di primavera dice: «Siamo nel tavolo con il centrosinistra, purché il centrosinistra consideri che ci siamo anche noi, altrimenti...».

Con a fianco il coordinatore regionale Marco Marraccini e Francesca Sari, il fondatore di Api ha presieduto un vertice con i dirigenti di tutte le province. E rispondendo alle domande dei giornalisti si è detto fiducioso: «Il nostro sembrava un progetto temerario, oggi viene visto come l'unica soluzione al problema politico italiano». Non teme l'accusa di volere un polo centrista per poi fare la politica dei due forni? «No, perché il nostro non è un polo che mira a trattare questo o quel ministero, noi saremo il primo polo, quello attorno al quale ruoterà la politica».
Per quanto riguarda la Sardegna, Rutelli ha reso noto che «in primavera ci presenteremo con il nostro simbolo». Sinora Api si è seduta al tavolo del centrosinistra. Continuerà così? «Sì, il nostro rapporto è con il centrosinistra per le elezioni amministrative, ma ora aspettiamo che il centrosinistra si accorga che ci siamo anche noi, altrimenti saremmo costretti a fare una verifica attenta della situazione».

Parole dure Rutelli ha avuto nei confronti del centrodestra sardo. «E' difficile giudicare la giunta Cappellacci, è desaparecida, scomparsa del tutto, è rimasta senza radar. Non ha mantenuto gli impegni e ora le difficoltà per la Sardegna si fanno più grandi, le questioni dell'identità sono rimaste deluse. E il rapporto preferenziale con Berlusconi è diventato più un handicap che un vantaggio».
Dopo qualche ora Ugo Cappellacci ha replicato attraverso il portavoce Alessandro Serra. «Il radar - ha detto Serra - servirebbe per individuare la collocazione politica di Rutelli, dopo che una lunga serie di cambi di casacca lo ha portato dal Partito radicale a una possibile alleanza con Fini. Sono quasi 30 anni - che l'ex sindaco di Roma pretende di rappresentare il "nuovo" della politica. Forse dovrebbe rendersi conto che il tempo è trascorso anche per lui e, anzichè dare lezioni a chi governa la Regione da solo un anno e mezzo, farebbe meglio a tracciare un bilancio di quanto egli ha fatto. I i problemi dell'isola non si risolvono a suon di battute, chi intende venire in Sardegna come leader e non come turista politico dovrebbe dare un contributo di merito e costruttivo, non il solito repertorio di facezie».

Rutelli nella sua relazione al partito si è occupato a lungo della situazione politica nazionale per spiegare le ragioni del «terzo polo» e del superamento del bipolarismo. «Ora in Parlamento - ha detto - non ci sono altre soluzioni: un governo di responsabilità nazionale che affronti i problemi cruciali del paese che nessuna coalizione limitata o litigiosa può risolvere, e poi tra due anni si va a votare. Un'alleanza a destra Berlusconi-Bossi non regge. Lo stesso discorso vale per la sinistra con Di Pietro, Bersani e Vendola». Si è quindi soffermato a lungo sul «fallimento del bipolarismo» come insegnano «le esperienze di Prodi e Berlusconi». Ora «serve una svolta: Pdl e Pdl avevano raccolto il 70 per cento dei voti oggi sono al 48». Più delicato il rapporto con Gianfranco Fini: «Proprio noi due, nel 1993, abbiamo inaugurato le sfide bipolari. Ma «non esiste più la vecchia destra».
All'appuntamento erano stati invitati i segretari degli altri partiti. Si è presentato solo Claudio Giorgi (Pdci): «Vado sempre ad ascoltare quando mi invitano», ha spiegato. Alla fine, però, è apparso deluso e ha preferito non fare commenti.

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