La Nuova Sardegna

L'urbanistica sarda per favorire sviluppo e libertà in Palestina

Giampaolo Meloni
Il concerto eseguito a Betlemme e Gerusalemme
Il concerto eseguito a Betlemme e Gerusalemme

Decimo anniversario a Betlemme per il concerto del Natale, organizzato dalla conferenza delle città storiche del Mediterraneo. Il consigliere regionale Franco Cuccureddu ha consegnato una medaglia del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al ministro della Cultura palestinese Siham Baghouti

27 dicembre 2010
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BETLEMME. «Abbiamo un appuntamento con la libertà, a metà del 2011. È un piano molto ambizioso al quale teniamo molto». Le parole del ministro della cultura del governo palestinese di Mohmud Abbas (Al Fatah), Siham Baghouti sono pronunciate con linguaggio parzialmente cifrato, ma sembrano non lasciare dubbi. Il Parlamento della Palestina sembra deciso a dichiarare il prossimo giugno l'indipendenza dello Stato palestinese da Israele.

Parlando alla delegazione della Conferenza delle città storiche del Mediterraneo, che riceve nel palazzo del ministero a Ramallah, capitale politica dell'Autorità nazionale palestinese, ribadisce: «Stiamo lavorando per costruire elementi di sovranità che ci permettano di dire che possiamo esistere». Nei prossimi cinque mesi l'intera struttura amministrativa e dei servizi sarà organizzata: Comuni, Province, enti avranno un corpo organizzato. In questo futuro c'è anche un grande apporto che arriva dalla Sardegna per costruire una Betlemme libera e progredita, impegnata in una convivenza sempre più concreta e civile tra religione cristiana cattolica e islamica.

Un altro passo in questo processo di vita e di pace è stato affermato in questi giorni attraverso la simbologia del linguaggio universale rappresentato dalla musica, con due concerti eseguiti il primo martedì sera nella chiesa di Santa Caterina annessa alla basilica della Natività, il secondo mercoledì nell'Auditorium Ussishkin di Gerusalemme. Il concerto, sintesi delle due occasioni, è stato trasmesso il pomeriggio del 25 dalla Rai e contemporaneamente in altri 26 Paesi del mondo. L'Orchestra giovanile italiana di Fiesole è stata diretta dall'italiano Nicola Paszkowski.

È il decimo anno. «Abbiamo pensato al concerto come grande evento mediatico per rilanciare i flussi dei pellegrini bloccati dalla seconda intifada e dalla costruzione del muro per poter lanciare messaggi di pace, cultura e di incontro dal luogo di nascita di Gesù che appariva e appare al mondo costantemente distrutto dagli attentati», spiega Franco Cuccureddu, oggi consigliere regionale del gruppo Misto, tra i padri dell'iniziativa che prese forma ad Alghero nel 1999 durante un convegno dell'Isprom, istituto di studi e programmi per il Mediterraneo. Era sindaco di Castelsardo, allora. Ed è per questa ragione che la prima tappa ufficiale della missione è stata l'incontro con il sindaco di Betlemme Victor Batarseh.

«Unire le città per unire le nazioni», è la strada maestra indicata da Giorgio La Pira, cattolico di grande rigore, sindaco di Firenze e cittadino onorario di Betlemme, che Cuccureddu ha fatto propria riuscendo, dalle radici piantate con il Comune di Valmontone, non lontano da Roma, a costruire una rete che coinvolge 52 Comuni dell'area Mediterranea nella Conferenza permanente delle città storiche, con un comitato direttivo che ne impegna 6 e un segretariato con sede in Sardegna. Molti sono presenti in questa missione, supportata anche dal governo italiano attraverso il ministero delle Politiche giovanili guidato da Giorgia Meloni.

Il rapporto di collaborazione è cresciuto con intensità. I progetti di intervento ralizzati con la formula della donazione sono ormai una decina. Ci sono opere idrauliche, nell'agricoltura. E un forno che produce ogni giorno mille chili di pane destinati ai poveri palestinesi. Questi sono tasselli di un mosaico che si chiama futuro senza confini, senza soprusi e sovrapposizioni, sopraffazioni, violenze e senza guerre. L'idea è impressa nel Piano regolatore di Betlemme affidato dalla Conferenza delle città storiche a un'équipe internazionale di architetti e donato al Comune di Betlemme dove è stato approvato tra non facili contrasati politici.

«Il Prg prevede per Betlemme uno sviluppo della pianificazione delle volumetrie senza il muro, che è elemento di disturbo perchè non consente la crescita della convivenza», ricorda Cuccureddu, che durante la visita ha consegnato una medaglia del presidente Giorgio Napolitano alla ministra Boghouti. Non solo. L'impronta sarda si fa più forte. Il Piano regolatore viene costantemente aggiornato da un Piano paesaggistico realizzato con il supporto di 79mila euro della legge regionale sarda, denari utilizzati per la progettazione.

«Ed è costruito sul modello Soru, le metodiche interne sono le stesse e sono tra le più moderne», spiega Cuccureddu. E contrasta le colonie, cioè gli insediamenti che gli israeliani realizzano intorno a Betlemme mangiando il territorio palestinese con la demolizione di case, l'acquisizione di terreni anche pagandoli con negoziazioni unilaterali per costruire i loro insediamenti. «Il Piano punta a salvare valorizzare il paesaggio antropizzato e tutelare la cultura dei palestinesi che è araba».

L'obiettivo di mettere insieme Gerusalemme e Betlemme, cioè Israele e la Palestina non è facile. I controlli israeliani sono severi, stretti. Nel passaggio ai check-point ci sono i militari. Armati.
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