La Nuova Sardegna

A Bono murales per ricordare Mondo Vercellino

Francesco Bellu
Mondo Vercellino nel murale realizzato a Bono dal pittore Toni Amos che ha così voluto onorare il grande musicista scomparso di recente
Mondo Vercellino nel murale realizzato a Bono dal pittore Toni Amos che ha così voluto onorare il grande musicista scomparso di recente

È stato realizzato dal pittore Toni Amos per il grande fisarmonicista scomparso di recente

18 marzo 2011
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 BONO. Era un uomo che sapeva far suonare le pietre e il cuore. Questa era l'anima di Mondo Vercellino, scultore e fisarmonicista scomparso a Bono appena un mese fa, a 77 anni. Chissà se ora saprà far suonare il muro in cui è stato ritratto dal pittore Toni Amos. Un suono irreale, perché il suo organetto ora, purtroppo, è muto e solo la forza del ricordo delle sue note riesce a ravvivarlo. Nel murale, Mondo è in costume con la sua fisarmonica a tracolla, con le dita pigia i tasti e guarda allegro il via vai delle persone che transitano su corso Angioj. Perché è così che tutti lo ricordano: sempre con il suo strumento tra le mani, sopra e sotto i tanti palchi calcati nella sua lunga carriera in tutta la Sardegna.  Un'arte la sua, affinata con il passare degli anni e svolta in contemporanea con il suo mestiere di scalpellino. Mani d'oro che suonavano in continuazione: la mattina faceva uscire le note dalle pietre, con lo scalpello che creava forme da blocchi informi e la notte sui palchi e nelle piazze con lo scalpello dell'anima, la sua fisarmonica, che faceva ballare tutti quanti.  Mondo Vercellino era nato a Burgos nel 1933 ma si era stabilito a Bono dopo aver messo su famiglia. Aveva iniziato a suonare prestissimo, sin da ragazzino e da allora non si era più fermato: era riconosciuto come uno dei migliori fisarmonicisti di tutta l'Isola. Non si contano le sue collaborazioni con buona parte dei gruppi folk della Sardegna, gli incontri artistici con interpreti di calibro come Maria Carta e Maria Teresa Cau, le tante musicassette e cd incisi.  Aveva nel sangue quell'arte magica del far ballare che pochi hanno. Un'arte contagiosa: uno dei suoi figli ha seguito le sue orme, un segnale che conferma il detto popolare "buon sangue non mente".
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