La Nuova Sardegna

Quirra, morti sospette nell'area del poligono, al via le riesumazioni

Un allevatore accanto a un bersaglio a Quirra
Un allevatore accanto a un bersaglio a Quirra

In mattinata verranno presi in esame i corpi di due pastori sepolti nel cimitero di Perdasdefogu e di un militare di Baunei. I periti cercheranno eventuali tracce di sostanze radioattive, in particolare uranio

21 aprile 2011
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PERDASDEFOGU. Hanno preso il via le riesumazioni, disposte dal procuratore Fiordalisi, delle salme di persone morte nei centri vicini al poligono fra il 2003 e il 2007 a causa linfomi o altre forme di tumore. In mattinata verranno presi in esame i corpi di due pastori sepolti nel cimitero di Perdasdefogu e di un militare di Baunei. I periti cercheranno eventuali tracce di sostanze radioattive, in particolare uranio. Sono in tutto 18 le riesumazioni disposte, nell'ambito dell'inchiesta per omicidio plurimo e danni ambientali per verificare se esista un collegamento tra i decessi e le attività svolte nel poligono militare.

Negli anni ottanta furono organizzati diversi convogli di treni provenienti da diverse parti d'Italia con munizioni da distruggere nel poligono interforze di Quirra, tra le province di Cagliari e Ogliastra. E' quanto emerge dalle indagini del sostituto procuratore di Lanusei, Domenico Fiordalisi, che conduce l'inchiesta per far luce sull'abnorme numero di tumori e malformazioni tra la popolazione e gli animali che vivono nei pressi della struttura militare.

In alcuni periodi i carichi di munizioni non più utilizzabili arrivavano, secondo quanto si è appreso, una volta al mese con convogli anche di tredici vagoni. Il carico dei treni giunti in Sardegna veniva poi trasportato con colonne di camion al poligono di Quirra dove le munizioni venivano fatte brillare. Un'operazione, secondo gli inquirenti, altamente inquinante e pericolosa per l'ambiente.

Al momento nell'inchiesta figurano tre iscritti nel registro degli indagati. Oltre all'ex colonnello Tobia Santacroce, 66 anni di Chieti, accusato di disastro ambientale e omicidio plurimo per aver organizzato nel poligono l'esplosione di munizioni provenienti da diverse parti d'Italia, tra gli indagati vi sono anche due tecnici della società Sgs del gruppo Fiat. Si tratta di due chimici accusati di falso ideologico in atto pubblico.

Secondo gli inquirenti nell'ambito dei controlli ambientali non avrebbero effettuato le correttamente le comparazioni tra agnelli morti a causa di inalazioni di sostanze tossiche e quelli degli ovili esterni nelle immediate vicinanze del poligono. In questo modo hanno "neutralizzato" le anomalie scoperte pochi giorni prima dai tecnici delle Asl di Cagliari e Lanusei.
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