La Nuova Sardegna

Quirra, riesumati tre corpi: si cercano tracce di uranio

Valeria Gianoglio
Quirra, riesumati tre corpi: si cercano tracce di uranio

A Perdasdefogu sono state esumate le salme di due pastori uccisi da una misteriosa esplosione, a Lanusei quella di un militare stroncato dalla leucemia. E ieri c’è stata un’enorme esplosione durante un test per un gasdotto cinese

22 aprile 2011
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PERDASDEFOGU. Alle 7.30 di ieri, Walter Mura si stringe nel giubbotto e scruta l'orizzonte nell'attesa di vedere l'auto che aspetta. «Che chiudano presto l'indagine - dice - e ci diano qualche certezza perché Perdas, altrimenti, muore». Il giorno più lungo, per Perdasdefogu e il suo sindaco, comincia all'alba di una giornata umida, davanti a un cimitero.

Finisce dopo tre ore di snervante attesa, con due cadaveri riesumati su ordine della Procura, un terzo analizzato a Lanusei, un mucchio di ferite che si riaprono, e un boato che scuote la parte bassa del paese.

Il test per i cinesi. Il botto si sente in modo distinto e all'inizio nessuno capisce cosa sia. Sono le 11.28, il medico legale incaricato dal procuratore Domenico Fiordalisi, Marco Grandi, pensieroso e un po' accigliato, ha appena varcato la soglia del cimitero del paese. Trolley al seguito con gli strumenti del mestiere, codazzo di aiutanti, personale del Comune, polizia giudiziaria, sindaco, e parenti dei due morti. Passa un minuto, le porte del cimitero si chiudono, l'iter della riesumazione comincia. E si avverte il boato. «È il test per i cinesi - commenta qualcuno - stanno sperimentando nel poligono la resistenza di un metanodotto».

Chi assiste allo scoppio commissionato da alcuni clienti cinesi all'azienda Csm - che ha gli uffici nel poligono - racconta di un fungo di polvere ed esplosivo così alto che si può distinguere a occhio nudo a distanza di chilometri. Lo riprendono, a distanza, gli stessi agenti della squadra mobile nuorese guidati da Fabrizio Mustaro con i colleghi della scientifica. E così, ancora una volta, per uno strano scherzo del destino, la storia del poligono si intreccia con quella del paese che lo accoglie dal 1956 e che lo difende come carne della sua carne. Ieri l'intreccio complicato si ripete: da un lato c'è chi sperimenta tubi ed esplosivi e ha le autorizzazioni per farlo, dall'altro c'è chi vuole analizzare i corpi di due allevatori del paese morti 30 anni fa a causa di un'esplosione.

I due pastori morti. Si chiamavano Vittorio Lai e Ugo Orrù. Entrambi di Perdas, entrambi pastori, entrambi, nel 1980, con moglie e figli piccoli. Quel 10 agosto di trentun anni fa, Vittorio ha 43 anni, Ugo solo tre di meno. La versione ufficiale dell'incidente racconta che quella sera i due escono insieme. Si recano in un ovile nella zona di Sa Miliana, dove si trova anche l'omonima cooperativa pastori presieduta dallo stesso Vittorio Lai. Intorno alle 19.30 i due cominciano a bruciare alcune sterpaglie. Nel farlo, però, vengono investiti da una fiammata. Qualcosa, insomma, scoppia loro tra le mani. Nella relazione fatta all'epoca, gli investigatori ipotizzano anche che stessero confezionando un ordigno.

L'ipotesi di oggi, invece, è che avessero raccolto una bomba al fosforo dimenticata da qualcuno nel poligono di Quirra. E che sia questa a scoppiare mentre la raccolgono. «Non sappiamo niente, sono passati trent'anni e noi eravamo piccoli» raccontano ieri mattina i loro figli, mentre aspettano che il medico legale Marco Grandi, con il collega dell'Asl di Lanusei, Roberto Marcialis, facciano i prelievi. Certo è che Vittorio Lai e Ugo Orrù, la sera del 12 agosto 1980, vengono investiti da una enorme fiammata. Non hanno lesioni apparenti all'esterno, ma dolori indicibili all'interno. Vittorio Lai e Ugo Orrù non sopravvivono. Il primo, muore due giorni dopo l'incidente. Il secondo, dopo dieci giorni.

Le analisi. Alle 11.28 di ieri mattina, dopo trent'anni di silenzio e domande senza risposta, i loro poveri corpi vengono riesumati. Qualche ora prima, invece, i prelievi vengono fatti anche su un'altra salma: è quella di Paolo Mucelli, il militare di Baunei in servizio nella Marina a Tavolara. Anche lui morto, il 28 marzo scorso, per un tumore che la Procura ritiene collegato ad alcune attività militari. Ieri sera, all'interno di alcuni contenitori, il medico legale Marco Grandi porta con sè i campioni di tessuto osseo nel suo laboratorio della scuola di specializzazione in medicina legale di Milano.

In queste ore li consegnerà a un altro consulente del procuratore Fiordalisi, il fisico nucleare Evandro Lodi Rizzini, che ha il compito di capire se contengono tracce di particelle Alfa, la spia della presenza di uranio impoverito. Nei prossimi giorni verranno analizzate altre salme della lista di venti selezionata dal procuratore. Saranno riesumate a gruppi di tre.

Le reazioni. Certo è che quella di ieri, per Perdasdefogu, rimarrà una giornata da ricordare. Dopo ore di attesa, poco prima che cominci l'operazione-riesumazioni, il sindaco Mura si lascia andare a un piccolo sfogo. «Non chiedo molto - dice - solo che finiscano al più presto le indagini, perché il paese non può più vivere in questo stato di incertezza, e continui attacchi. Chiediamo di sapere e di tornare a vivere sereni». A poche decine di metri da lui, su un muro che corre verso il cimitero, un murale colorato racconta una storia di altri tempi. Si vede un missile caricato su un carro a buoi, e alcuni pastori che lo trainano. Era un missile caduto nel poligono, nessuno riusciva a recuperarlo, ce la fecero solo i pastori. È successo davvero negli anni Cinquanta, è il segno di uno scambio di reciproco aiuto tra il poligono e gli allevatori. E il paese ci ha voluto dedicare un murale.

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