La Nuova Sardegna

Cappellacci più lontano dal Capo

dall'inviato

I retroscena dello scontro tra i big sardi del Pdl

09 maggio 2011
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 OLBIA. La breve visita elettorale di Silvio Berlusconi a Olbia ha sollevato l'umore di Settimo Nizzi ma ha abbassato quello di Ugo Cappellacci. L'assenza del presidente della Regione non è passata inosservata e anzi è stata letta come la punta di un icerberg fatto di duri conflitti tra gli esponenti sardi del Popolo della libertà.  Il Pdl è privo di democrazia interna e la forza di ciascun dirigente è misurata sulla base della distanza dal Capo: più uno è lontano, meno conta. In questo momento Cappellacci non deve essere nelle grazie del Cavaliere. E, per di più, nel partito stanno riprendendo quota proprio i suoi rivali, primi fra tutti Mauro Pili e, appunto, Nizzi.  Ma perché Cappellacci domenica ha sorpreso tutti disertando Olbia? Non ci sono spiegazioni ufficiali, ma nel retroscena le indiscrezioni si sprecano. Le più attendibili sono tre.  La prima. Il premier non ha voluto (e non ha citato) il governatore perché è irritato per la sua così sbandierata battaglia antinucleare. Berlusconi sospetterebbe che Cappellacci stia calcando la mano sul nucleare per dimostrare di non prendere ordini da Palazzo Chigi e per sperimentare, su questo terreno molto popolare nell'isola, una sorta di ribellione da realizzare eventualmente nelle altre vertenze.  La seconda indiscrezione. E' stato Nizzi a non volere Cappellacci. Il candidato sindaco, infatti, ha un giudizio non positivo dell'azione della giunta regionale e vuole evitare contatti pubblici. Nizzi non ha dimenticato che per le elezioni regionali del 2009 era il candidato ideale di Berlusconi e che venne superato in extremis da Cappellacci, sponsorizzato da Gianni Letta e Denis Verdini, all'epoca molto più potenti di oggi.  La terza indiscrezione. Cappellacci non è andato a Olbia per rimarcare la sua distanza dal premier sulle vertenze industriali e sul nucleare. E anche per non assistere in diretta alla «promozione» di Pili a sottosegretario. Che per il governatore è come uno schiaffo: in questi due anni, il deputato non ha mai perso l'occasione per contrapporsi su ogni argomento, contestando di fatto le scelte o le non scelte di Cappellacci su eolico, trasporti, metanizzazione e insularità. Su alcuni di questi temi Pili riceverà le deleghe non appena potrà essere nominato. E il governatore dovrà fare i conti con lui.  Qualunque sia la spiegazione ufficiale, questo succede in campagna elettorale. Facile immaginare cosa succederebbe in caso di sconfitta e cosa si prepara per le prossime regionali. (f. per.)   

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