La Nuova Sardegna

Ge, sub alla Maddalena a caccia di detriti nei fondali

LA MADDALENA. Le draghe della Protezione civile dovranno pazientare. Almeno sin quando i sommozzatori del Noe e quelli della marina militare non avranno finito di filmare e fotografare lo stato attuale dei fondali marini antistanti l’ex arsenale, ricchi di detriti e rifiuti di ogni genere.

02 giugno 2011
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LA MADDALENA. Le draghe della Protezione civile dovranno pazientare. Almeno sin quando i sommozzatori del Noe e quelli della marina militare non avranno finito di filmare e fotografare lo stato attuale dei fondali marini antistanti l’ex arsenale, ricchi di detriti e rifiuti di ogni genere. A stoppare l’ormai tardiva quanto frettolosa volontà espressa nei giorni scorsi dal dipartimento della Protezione civile nazionale - che ora intende avviare a tamburo battente le bonifiche sulle aree già sottoposte a riqualificazione ambientale -, sono state le ordinanze di inaccessibilità all’area marina firmate dal magistrato che sta portando avanti la duplice inchiesta sulle bonifiche avviate per il mancato G8, il sostituto procuratore della Repubblica Riccardo Rossi. Il quale ha spiegato ai responabili del Dipartimento che intendono avviare le operazioni di bonifica che sarà necessario aspettare il completamento delle operazioni peritali già disposte e la verifica, allo stato attuale, dei luoghi sottoposti a indagine. Uno specchio d’acqua in cui nei prossimi giorni si immergeranno due distinte squadre di sommozzatori (dei carabinieri e della marina militare) per catalogare ed accertare quanto sia stato «nascosto» sotto il pelo dell’acqua nelle demolizioni e nella «bonifica ambientale, terrestre e marina» avviata durante i lavori del mancato G8. L’accelerazione alle operazioni peritali è stata imposta dalla recente scoperta in diversi siti (marini e terrestri) di detriti da parte degli uomini delle capitaneria di porto, che hanno portato all’avvio di una inchiesta parallela a quella già aperta, circa un anno fa, sulle bonifiche ambientali alla Maddalena. Il punto focale resta quello di stabilire la qualità e la quantità dei rifiuti speciali e pericolosi che sono stati dragati dalle acque della Maddalena e nel corso delle demolizioni delle strutture dell’ex arsenale, i luoghi in cui questi sono stati smaltiti e le reali dimensioni di questa imponente opera di bonifica che, alle risultanze attuali, sarebbe stata in parte falsata. Non c’è, infatti, un rendiconto generale che possa fornire un quadro complessivo di quanto e di cosa sia stato portato via dall’isola della Maddalena, saturata dopo un secolo e mezzo di agenti inquinanti di ogni genere, dagli idrocarburi all’amianto alle sostanze bituminose e plastiche e alla lana di vetro, tutti materiali altamente cancerogeni utilizzati nell’ex arsenale. Questo accertamento, ancora in corso da parte degli investigatori che stanno acquisendo da decine di società la documentazione sul loro impegno nei mega lavori per il mancato G8, sarà necessario per irrobustire ulteriormente i reati di truffa ai danni dello Stato e inquinamento ambientale già contestati a due funzionari della Protezione civile - il responsabile del provveditorato Opere pubbliche Luigi Minenza e il capo missione della struttura operative del G8, Riccardo Miccichè - che sono finitii sul registro degli indagati con il legale rappresentante della Pietro Cidonio Spa, l’impresa romana che si era assicurata la realizzazione del «Lotto Sette» dei lavori per il G8. La «Pietro Cidonio Spa», un colosso nazionale nella realizzazione di infrastrutture portuali, aveva ottenuto l’appalto dal commissario delegato della presidenza del consiglio per il «Grande Evento Presidenza Italiana del G8» per gli «interventi infrastrutturali e complementari, con adeguamento di portualità e ricettività marittime, connessi al vertice G8 nell’isola della Maddalena». Contemporaneamente la stessa impresa aveva vinto la gara (l’appalto è ancora nella fase operativa) dell’Autorità portuale di Olbia e Golfo Aranci per la realizzazione degli attracchi 1 e 2 nel pontile nord dell’Isola Bianca. Alla luce di quanto sta emergendo alla Maddalena, i lavori di dragaggio e smaltimento delle scorie e dei residui di demolizioni operate dalla Pietro Cidonio Spa a Olbia sono da giorni sotto la lente della Direzione marittima del nord Sardegna, che ha inviato nell’area di lavoro gli uomini della guardia costiera. In attesa delle nuove immersioni degli investigatori subacquei, questa mattina il magistrato che conduce l’inchiesta effettuerà un sopralluogo nelle zone sottoposte a indagini, accompagnato dal comandante della capitaneria di porto Fabio Poletto e dagli investigatori del Noe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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