La Nuova Sardegna

REFERENDUM NUCLEARECappellacci, nuovo Sì: "Tutti alle urne"

Il presidente della Regione Ugo Cappellacci
Il presidente della Regione Ugo Cappellacci

Il governatore chiede ai sardi di ribadire il 97% anti-nucleare della consultazione regionale. Al suo partito che ieri sera ha dato libertà di voto agli iscritti, il presidente della Regione ribadisce di aver preso tale decisione "in tempi non sospetti, molto prima di Fukushima"

02 giugno 2011
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SASSARI. Il nucleare lo smonta pezzo dopo pezzo: pericoloso, antieconomico, obsoleto. Il governatore Cappellacci non ha dubbi: al referendum voterà e farà votare Sì contro l’energia atomica, sciagura da evitare in Sardegna come nel resto d’Italia. E pazienza se il Pdl non è d’accordo.
Al suo partito, che ieri sera ha annunciato il rompete le righe, dando libertà di voto agli iscritti, il presidente della Regione comunica che lui la decisione l’ha presa da un pezzo «e in tempi non sospetti, molto prima di Fukushima, dunque non sull’onda emotiva dell’incubo radioattivo». Ugo Cappellacci ricorda che il suo no al nucleare sta scritto «nel mio programma di governo», e ribadisce che due anni dopo l’elezione la convinzione che il nucleare sia un male da evitare «si è ulteriormente rafforzata. Sul referendum sardo ho espresso una posizione chiara, altrettanto faccio per quello nazionale».

La maggioranza che sta al governo e di cui Cappellacci fa parte il referendum voleva evitarlo, con una moratoria ha provato a congelare le scelte sull’argomento per un anno per poi iniziare a riparlarne. Per il governatore invece il discorso è già chiuso, ben venga «l’opportunità di ribadirlo ufficialmente». Evviva la Cassazione allora? Cappellacci sorride, poi spiega: «Evviva la possibilità di mettere una pietra tombale su scelte sbagliate, per la nostra isola, che ha imboccato la strada della green economy, come per l’intero Paese». Il sottosegretario Carlo Giovanardi qualche settimana fa aveva detto che era lui a sbagliare nell’assecondare «un’opinione pubblica nel panico dopo il disastro giapponese»: l’esponente del Pdl aveva aggiunto che «il nucleare è l’energia del futuro, perché sole e vento non possono bastare. E il governatore sardo dovrebbe saperlo».

Bastano eccome, replica Cappellacci, che ricorda il progetto Sardegna CO2.zero, «finalizzato a rendere l’isola una regione modello nel campo delle rinnovabili». E poi all’amico Carlo risponde così: «Non sapevo fosse un esperto in campo energetico né che si interessasse alle questioni sarde. Bè, grazie al cielo siamo in grado di badare da soli a noi stessi. L’abbiamo già dimostrato, ora serve una conferma». Ecco dunque l’appello: «Il 12-13 giugno bisogna andare a votare Sì per dire no al nucleare, dobbiamo ripetere il dato straordinario del 15-16 maggio, quando c’è stata un’affluenza record e il 97,13 per cento di contrari».

Cappellacci va avanti: «Serve una mobilitazione analoga per mettere il sigillo a una volontà popolare netta, inequivocabile, che non potrà essere ignorata, comunque vada l’appuntamento di giugno». Quando, oltre al nucleare, si voterà anche sulla privatizzazione dell’acqua (due quesiti) e sul legittimo impedimento, argomento spinoso per il premier Berlusconi. Il presidente della Regione di questi temi preferisce non parlare: «Concentriamoci sul nucleare», glissa. Sarebbe troppo: atomo a parte, il governo resta amico.

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