La Nuova Sardegna

Se l'autista chiacchiera al telefonino

La fotografia scattata con il teleobiettivo riprende un autista del Ctm mentre sta armeggiando col telefonino (foto Rosas)
La fotografia scattata con il teleobiettivo riprende un autista del Ctm mentre sta armeggiando col telefonino (foto Rosas)

Nei mezzi pubblici della città sembra diventata una moda

04 giugno 2011
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 CAGLIARI. Un tempo su pullman, tram e filobus campeggiava un cartello a dir poco monitorio: «Vietato parlare al conducente». Magari quel cartello c'è ancora, forse sistemato in modo più discreto, ma se così è risulta decisamente fuori luogo. Infatti, andrebbe sostituito con uno molto più attuale, con su scritto: «Vietato al conducente parlare». Soprattutto ai tanti, troppi autisti dei mezzi pubblici urbani che hanno il malvezzo di chiacchierare al cellulare (o telefonino, se si preferisce) mentre sono alla guida.  E al di là della palese, a volte teatrale violazione di quell'articolo del Codice della strada che lo vieta espressamente per i comuni mortali ma fa alcune eccezioni proprio per gli autisti di mezzi pubblici, il risultato di questo discutibile (e in taluni casi irresponsabile) comportamento non è difficile da raccontare: brusche frenate per "recuperare" la fermata a richiesta appena superata; veri e propri slalom in mezzo al traffico, tamponamenti evitati per un pelo.  Certo, ciò che accade in città e nel suo hinterland non si discosta molto da quanto avviene (purtroppo) in altre parti d'Italia. Tuttavia qui, all'ombra della statua di Carlo Felice, il fenomeno dell'orecchio incollato al cellulare e del volante controllato, spesso a fatica, con una sola mano sembra dilagare giorno dopo giorno.  Esagerazioni? Non proprio. Per averne conferma non è neppure necessario fare chissà quale inchiesta. Vedere per credere: basta fermarsi per un po' di tempo in uno dei punti nevralgici qual è ad esempio la piazza San Michele, dove s'incrociano parecchie linee, per riuscire ad assistere in diretta anche alle cose più colorite. Tipo il conducente di un pullman Ctm della linea 20 che ieri mattina intorno alle 10.50 nell'arrivare al semaforo posto all'incrocio delle vie Is Maglias e Bosco Cappuccio controllava il volante servendosi delle ginocchia, perché aveva entrambi le mani occupate a tenere un enorme panino che addentava famelicamente.  Questo però è un capitolo a sè. Tornando all'uso indiscriminato dei telefonini durante la guida (che per il povero automobilista equivale, se pizzicato, al pagamento di un'ammenda e alla decurtazione di punti dalla patente), è doveroso sottolineare come una parte degli autisti del Ctm utilizzino l'auricolare, anche se resta comunque discutibile il fatto che debbano conversare (a volte per un bel po' di minuti, come capita sovente sulla linea 9) mentre sono alla guida di un veicolo molto spesso stracarico di passeggeri. E ieri mattina, sempre nella piazza San Michele, gli episodi del genere si sono sprecati o quasi.  Gli unici che sembrano non notarli sono i "controllori" del Ctm, tanto solerti invece nel contestare agli utenti le eventuali irregolarità. Chiariamolo, a scanso di equivoci: l'articolo 173 del Codice della strada lascia sì aperti più spiragli per l'uso dei telefonini da parte dei conducenti di mezzi pubblici, ma c'è pur sempre di mezzo la sicurezza, l'incolumità dei passeggeri e un minimo di rispetto per chi paga il biglietto. Non è poco. (pmc)
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