La Nuova Sardegna

Uno scanner 3D svela i segreti della basilica di San Gavino

Gianni Bazzoni
Ricercatori al lavoro davanti alla basilica Sopra e a sinistra alcune immagini della chiesa con il software che mostra le fasi costruttive
Ricercatori al lavoro davanti alla basilica Sopra e a sinistra alcune immagini della chiesa con il software che mostra le fasi costruttive

Porto Torres, la ricerca congiunta delle università di Sassari, Pisa e Siena per individuare le varie fasi costruttive nel corso dei secoli

28 luglio 2011
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PORTO TORRES. Si apre una stagione nuova negli studi per la tutela della basilica di San Gavino di Porto Torres, la più grande e antica chiesa romanica della Sardegna. Il monumento, infatti, è oggetto di una intensa campagna di rilievi metrici e qualitativi - con le tecnologie più avanzate - per approfondire le conoscenze sugli aspetti edilizi e storici. Il progetto, denominato «Rilievo Scanner Laser 3D della basilica di San Gavino» è stato avviato alcuni mesi fa su iniziativa del "Centro studi basilica di San Gavino" che da 25 anni sviluppa iniziative in ambito culturale e che nel suo nuovo corso è presieduto dal parroco don Mario Tanca. La ricerca è portata avanti insieme alle Università di Pisa, Sassari e Siena. Giuseppe Piras, vicepresidente del Centro Studi, ideatore e promotore del progetto ne sintetizza così i contenuti: «L'idea è nata dall'esperienza maturata con i recenti restauri. Ci si è resi conto di quanto fosse limitativo, fare riferimento ancora a rilievi con sistemi tradizionali e di quanto fosse sentita l'esigenza di un'analisi delle murature della basilica secondo moderni criteri d'indagine».

E' nata così l'iniziativa che prevede la realizzazione del rilievo di San Gavino tramite la tecnologia Scanner Laser 3D, creando un modello tridimensionale dalla precisione elevatissima e dai molteplici campi d'applicazione. «Sfrutteremo infatti il modello 3D - dice Piras, affermato epigrafista - per impostare un archivio "GIS" del monumento nel quale confluiranno tutti i dati conosciuti della basilica, nonché i risultati delle nuove analisi». Sarà inoltre elaborato un software multimediale che consentirà una visita virtuale della basilica per fini turistici.

"Puntiamo a mettere sul web il catalogo multimediale - afferma Piras - affinché possa essere fruibile da un pubblico sempre più vasto».

Per lanciare il "progetto di eccellenza", il Centro Studi ha firmato una Convenzione di ricerca con la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa e con quella di Architettura dell'Università di Sassari e un Protocollo d'intesa verrà stipulato a breve con quella di Lettere dell'Università di Siena. L'operazione può contare già sul finanziamento della Fondazione Banco di Sardegna e della Provincia di Sassari. E c'è attesa per quello del Comune di Porto Torres visto che, sei mesi fa, la commissione Cultura si è espressa all'unanimità in tal senso. A occuparsi del modello tridimensionale sarà il Dipartimento di Ingegneria civile dell'Università di Pisa, il gruppo di ricerca del Laboratorio A.S.T.R.O.

«Le tecniche di rilievo attuali - spiega il responsabile scientifico, Gabriella Caroti - specializzate per lo studio dell'architettura storica, sono basate su una forte integrazione fra misure di tipo topografico, e analisi fotogrammetriche digitali, inquadramento geografico eseguito con sistemi satellitari e acquisizione di 'nuvole di punti 3D' (milioni di punti tridimensionali sufficienti a rimodellare con grande definizione le forme del monumento) con sistemi Laser a scansione. Unire queste tecniche permette di conseguire un'analisi dell'esistente con errori molto piccoli (attorno al cm)». L'elaborazione dell'archivio "GIS" (Sistema Informativo Georeferenziato) del monumento sarà affidata invece alla Facoltà di Architettura di ad Alghero, per la quale è stato coinvolto il Laboratorio ProSIT, coordinato dal professor Maurizio Minchilli. «Le immagini saranno visibili e interrogabili in un GIS, con tutte le parti del monumento consultabili fotograficamente e in modo vettoriale».

Al Laboratorio di Archeologia dell'Architettura e dell'Urbanistica Medievali dell'Università di Siena spetterà il compito più duro: svelare i segreti delle murature di San Gavino per cercare di capire le fasi del cantiere romanico (XI sec.) e gli interventi successivi. La ricerca sarà diretta dalla specialista Giovanna Bianchi e coordinata sul campo da Giuseppe Fichera. «L'obiettivo primario - dice Bianchi - è di ricostruire le principali fasi edilizie e le modifiche subite dalla basilica nel corso dei secoli».

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