La Nuova Sardegna

Gli abusi sessuali scoperti attraverso una chat

Enrico Carta
I bambini coinvolti attraverso internet
I bambini coinvolti attraverso internet

Tresnuraghes, la denuncia è partita dalla madre di una ragazzina di dodici anni. In carcere per il 43enne fermato. Ha negato ogni addebito

10 agosto 2011
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TRESNURAGHES. C'è una ragazzina di dodici anni che usa la chat del computer. Questa storia di abusi sessuali - per ora ovviamente ancora presunti - inizia proprio così. O forse è meglio dire che si conclude così, perché alle spalle della ragazzina arriva la madre.

La donna si accorge che c'è qualcosa che non va. Legge il contenuto della chat e si sente crollare il mondo addosso. Dall'altra parte del cavo c'è una persona che conosce bene e che individua subito. Qualche attimo per riprendersi e poi è la donna a rispondere, con qualcosa di molto chiaro: «Ti denuncio». E infatti immediatamente si presenta in caserma. Racconta tutto e il gioco è smascherato.

Da quel momento iniziano le indagini su M.L., 43 anni, conosciuto da tutti in paese e ovviamente anche nei centri limitrofi della Planargia e del Montiferru. Raccontano di lui che fosse una persona sempre alla mano, attivissima nell'associazionismo e nello sport visto che seguiva da vicino anche i ragazzini di squadre giovanili di calcio. Quel che nessuno si aspettava era però che potesse nascondere un'esagerata attrazione per i ragazzini. Senza distinzione di sesso.

Dalle pieghe dell'inchiesta emergono particolari scabrosi, assai più di quelli di cui si è parlato sulla stampa nei giorni scorsi. Di fronte a questi elementi era scattata l'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal giudice per le indagini preliminari Mauro Pusceddu la scorsa settimana. E anche il fermo di M.L. non sarebbe stato agevole.

Una volta scoperto il suo gioco e con la spada di Damocle di una denuncia in arrivo e delle sue possibili conseguenze, avrebbe fatto perdere le proprie tracce. Le manette infatti sono scattate a Cagliari, in circostanze che gli inquirenti stanno ancora valutando. Non viene comunque scartata l'ipotesi di un tentativo di fuga.

Ad ogni modo, al momento chi indaga - il sostituto procuratore Diana Lecca coordina i carabinieri - si concentra su altri aspetti. Di sicuro sono emersi tre casi di abusi. Quello della ragazzina, alla quale in chat il 43enne dava consigli sulle pratiche sessuali. Ma non sarebbe il solo episodio. Pochi giorni e sono venuti alla luce anche altri due casi. Stavolta ad essere vittime degli abusi sarebbero due ragazzini, uno dei quali disabile e l'altro al di sotto dei quattordici anni.

È con questi ultimi, separatamente, che M.L. si sarebbe intrattenuto più volte. Li avrebbe persino ospitati in casa, dove avrebbe fatto vedere loro dei film a luci rosse compiendo atti osceni in loro presenza.

Non è chiaro se avesse dato loro qualcosa in cambio. Su questi dettagli c'è ancora da indagare. Intanto ieri mattina c'è stato l'interrogatorio di garanzia, di fronte al giudice Mauro Pusceddu al quale ha partecipato anche l'avvocato difensore Andreina Spada. L'indagato ha scelto di rispondere alle domande del giudice e avrebbe spiegato di non aver mai commesso abusi sui ragazzini, di aver avuto con loro solo una sorta di rapporto di amicizia.

Ora si attendono le valutazioni del giudice in merito. Sarà ancora una volta lui a decidere se l'indagato dovrà rimanere in carcere oppure potrà riacquistare la libertà. Decisivi, in tal senso, potrebbero essere anche gli atti che potrebbero aggiungersi a quelli che già fanno parte dell'inchiesta. Gli inquirenti, oltre che cercare elementi di conferma alle loro tesi, stanno anche cercando di capire se i casi di presunti abusi si fermino a tre.

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