La Nuova Sardegna

Morte sospetta, la verità dall'autopsia

Da sinistra cavalli al pascolo, il reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Nuoro e il primario Pietro Mesina. In basso, cavallini della Giara: alcuni esemplari potrebbero essere stati contagiati dal virus
Da sinistra cavalli al pascolo, il reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Nuoro e il primario Pietro Mesina. In basso, cavallini della Giara: alcuni esemplari potrebbero essere stati contagiati dal virus

La donna deceduta a Nuoro, la Asl smentisce che sia stata colpita dalla febbre del Nilo

27 settembre 2011
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NUORO. La verità verrà fuori solo quando si conosceranno i risultati dell'autopsia, eseguita a Nuoro il 19 settembre. Per ora, gli esami eseguiti escluderebbero che la morte della donna di Nurachi (avvenuta il 17) sia stata causata dalla febbre del Nilo. Lucia Indico Fino, 54 anni, era ricoverata nel reparto Malattie infettive del «San Francesco» dal 6 settembre, da quando il medico di guardia del reparto di Medicina del «San Martino» di Oristano ne aveva disposto il trasferimento per sospetta patologia infettiva. La donna era stata punta da un insetto in un parco del suo paese. Il giallo dovrebbe sciogliersi definitivamente entro un paio di giorni, quando l'anatomopatologo che ha eseguito l'esame sulla salma darà il suo responso. Finora, ha preferito prendere tutto il tempo che gli serviva ed essere cauto, data la delicatezza del caso. Certo è che ieri mattina, negli anditi dell'ospedale San Francesco, e in particolare nel reparto Malattie infettive, l'aria era piuttosto agitata.

Telecamere, microfoni, medici pronti a placare gli animi, e direzione sanitaria mobilitata per spiegare nei dettagli l'accaduto. «Noi siamo assolutamente tranquilli - esordisce Pietro Mesina, primario del reparto di Malattie infettive - secondo le nostre risultanze non si tratta di un caso di febbre del Nilo. La donna secondo noi è deceduta per altre cause, stiamo comunque completando tutti gli accertamenti». Un'ora dopo, in seguito a un consulto tra i medici, la direzione sanitaria dell'ospedale San Francesco sforna un comunicato di poche righe, firmato dal direttore sanitario dell'ospedale, Pasquale Arca, per chiarire ancora meglio i contorni del caso. E ricostruisce, passo per passo, il percorso seguito dalla paziente di Nurachi sino al momento del decesso. La paziente, spiegano dunque dal San Francesco, è giunta in ospedale a Nuoro «su richiesta del medico di guardia del reparto di Medicina del presidio ospedaliero San Martino di Oristano». È lo scorso 6 settembre quando viene ricoverata nel reparto Malattie infettive della struttura nuorese. Così come era trapelato domenica sera, da quel reparto, la donna viene subito portata in Rianimazione, dal momento che i medici avevano accertato un quadro clinico piuttosto critico. In Rianimazione rimane sino al 17 settembre, «allorché - spiega ancora il direttore sanitario, Arca - a seguito del quadro clinico iniziale, viene trasferita nuovamente presso il reparto di Malattie infettive per il proseguimento delle cure».

«Dopo poche ore - aggiunge - si accerta l'exitus», cioè la morte della paziente. Sino a quel momento non c'era nulla che facesse prevedere un peggioramento così rapido della situazione. La donna, al momento del ricovero, aveva la febbre alta e presentava segni rossi in faccia: è stato confermato che era stata punta da insetti ai primi di settembre, mentre si trovava in un giardino pubblico nella piazza principale di Nurachi. Nulla di troppo preoccupante, sembrava all'inizio: Lucia Indico Fino, nel vedere che dopo un paio di giorni la situazione non migliorava, si era rivolta ai sanitari. Che il 6 settembre ne hanno disposto il ricovero a Oristano, prima dell'immediato trasferimento a Nuoro. Il 17, il decesso. «In data 19 settembre - conclude la nota del San Francesco - è stato eseguito il riscontro autoptico sulla salma del paziente, di cui si attendono i risultati. Ma, si ribadisce, gli esami effettuati hanno permesso di escludere la diagnosi iniziale». Intanto peggiora lo scenario anche sul fronte dei cavalli. Ieri mattina, sotto il controllo della Asl di Oristano, un altro animale è stato abbattuto: presentava evidenti sintomi del virus, seppure, precisa la stessa azienda sanitaria, «non ancora confermato ufficialmente dall'istituto Zooprofilattico di Teramo». Ci sono poi altre tre segnalazioni da parte di allevatori della provincia. Gli esemplari dei quali la Asl ha finora accertato ufficialmente il decesso causato con certezza dall'affezione dal virus West Nile Disease, sono cinque (quattro a Oristano e uno a Mogoro). Dai presìdi sanitari arrivano ulteriori raccomandazioni per non alimentare preoccupazioni eccessive soprattutto sui rischi di contagio per l'uomo. Da persona a persona non ci sono possibilità di veicolazione, il Wnd può essere trasmesso solo dalla puntura della zanzara che lo ha a sua volta «prelevato» dagli uccelli migratori.

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