La Nuova Sardegna

Antonio Piredda resta in carcere

Il palazzo di giustizia di Nuoro
Il palazzo di giustizia di Nuoro

La decisione del gip per il giovane di Sarule

03 ottobre 2011
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 NUORO. Convalidato l'arresto e applicata la misura cautelare in carcere per Antonio Piredda, il ventottenne di Sarule arrestato con l'accusa di detenzione illegale di arma clandestina. Lo ha deciso ieri mattina il giudice per le indagini preliminari, Silvia Palmas che ha accolto le richieste del pubblico ministero, Andrea Vacca. Il difensore di fiducia, l'avvocato Angelo Magliocchetti, ha annunciato che farà ricorso.  «Dobbiamo attendere ancora le motivazioni - ha precisato il legale - per capire la decisione del giudice. Il mio assistito ha anche sottolineato che l'arma è stata trovata in una parte del terreno, sì di sua proprietà, ma non da lui utilizzata, tant'è che si è reso disponibile a sottoporsi ad una comparazione affinché vengano fatti tutti gli accertamenti. In ogni caso - ha concluso Magliocchetti - impugneremo il dispositivo al tribunale del Riesame».  Antonio Piredda era stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Ottana perchè nel suo ovile di «Incabaddu» era stato rinvenuto un fucile calibro 12 marca Beretta. Ma il suo nome era già noto alle forze dell'ordine perchè è l'unico indagato per la morte del fratello Gavino, di 48 anni, avvenuta il 5 luglio scorso in seguito a una ferita d'arma da fuoco. Decesso però che sopraggiunse ventiquattro ore dopo il ricovero, quando già i medici dell'ospedale San Francesco l'avevano considerato fuori pericolo e guaribile in 30 giorni. Ad uccidere il camionista sarebbe stata un'embolia polmonare anche se, per avere la conferma, occorrerà attendere la deposizione del perito medico legale incaricato dalla Procura che ha aperto inchiesta ipotizzando, in merito, un caso di mala sanità. Inchiesta aperta parallelamente a quella per omicidio che vede come unico e presunto responsabile il fratello minore della vittima. Dalle ore successive al presunto agguanto di cui sarebbe stato vittima il camionista, i carabinieri e gli specialisti del Ris (che non credetto al suo racconto) ritennero che la fucilata a pallini che ferì il sarulese venne esplosa in casa presumibilmente dopo una lite tra fratelli. (k.s.)
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