La Nuova Sardegna

Ripetente di lungo corso vessa i nuovi compagni La scuola lo allontana

Studenti prima delle lezioni, in alto l’Alberghiero di Alghero
Studenti prima delle lezioni, in alto l’Alberghiero di Alghero

È stato bocciato per due volte di seguito e adesso gli insegnanti a scuola non lo vogliono più vedere. La legge, del resto, dà loro ragione. Ma sembra che a non gradire la presenza in classe del ragazzo fossero anche alcuni genitori dei suoi ormai ex compagni, pronti a ritirare dall'istituto i figli «vessati» dall'alunno ripetente.

04 ottobre 2011
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ALGHERO. È stato bocciato per due volte di seguito e adesso gli insegnanti a scuola non lo vogliono più vedere. La legge, del resto, dà loro ragione. Ma sembra che a non gradire la presenza in classe del ragazzo fossero anche alcuni genitori dei suoi ormai ex compagni, pronti a ritirare dall'istituto i figli «vessati» dall'alunno ripetente.

Fatto sta che il diciassettenne protagonista di questa vicenda non potrà più frequentare l'Alberghiero di Alghero e non è più nemmeno in tempo a iscriversi altrove. Il padre è furibondo: «Si è deciso con cinismo del suo futuro». Maria Faedda, preside della scuola, sospira tenendo in mano un foglio di carta che riporta l'articolo 192 del Decreto legislativo 297 del 1994. Il testo è chiarissimo: «Una stessa classe di istituto o scuola statale pareggiata o legalmente riconosciuta può frequentarsi soltanto per due anni»

. A meno che, dice però la stessa norma, il collegio dei docenti, «in casi assolutamente eccezionali», non decida attraverso una delibera motivata che esistono gravi circostanze per dare un'altra chance allo studente. Ipotesi, quest'ultima, che tuttavia gli insegnanti di Alberto (per la tutela della privacy il nome è ovviamente di fantasia) non hanno voluto prendere in considerazione, votando per ben due volte, e a larga maggioranza, contro la sua ammissione.

«Quando la legge parla di casi assolutamente eccezionali - spiega la preside - si riferisce a malattie dell'adolescente, alla scomparsa dei genitori oppure a un'inaspettata gravidanza, mentre a quanto mi dicono gli insegnanti noi ci troviamo davanti a un ragazzo che non soltanto non ha mai voluto studiare, ma impediva il normale svolgimento delle lezioni e oltretutto faceva il bulletto con i suoi compagni più giovani, tanto che alcuni genitori, in assenza di provvedimenti, avevano minacciato di iscrivere i loro figli in un'altra scuola». Dopo la prima delibera il papà di Alberto aveva tentato di far cambiare idea agli insegnanti con una lettera in cui si spiegava che, per motivi di lavoro, lui e sua moglie ultimamente spesso non erano in casa e che di fatto il ragazzo aveva vissuto le sue giornate da solo. Niente da fare. «Se tecnicamente la decisione dei professori è inoppugnabile - tuona il genitore - con questa sentenza crudele, fredda e distaccata stanno condannando mio figlio a passare un anno buttato per strada o in chissà quale bar, pronto a diventare l'ennesimo nullafacente. Se gli avessero dato una nuova occasione sarei stato io stesso a ritirarlo da scuola in mancanza di risultati positivi».

Parole di un padre disperato che verosimilmente non commuoveranno il corpo docente. Forse perché gli insegnanti negli anni scorsi avevano segnalato più volte alla famiglia lo scarso profitto e la cattiva condotta del ragazzo, ma senza che gli avvisi sortissero alcun effetto. Poi la decisione irrevocabile, anche se il papà di Alberto fa notare che è stata «quantomeno intempestiva». «Ho saputo tutto quando ormai non era più possibile inserire mio figlio in altre scuole», spiega. Esclusa, almeno per ora, la possibilità che possa frequentare le Serali: i tagli ministeriali non consentono l'attivazione di alcuni corsi, seppure dall'Ufficio scolastico regionale potrebbero in extremis trovare i fondi necessari.

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