La Nuova Sardegna

Febbre del Nilo, confermato focolaio nell'Oristanese

Febbre del Nilo, confermato focolaio nell'Oristanese

Salgono a due i casi  accertati di Febbre del Nilo in Sardegna: il primo paziente è ricoverato a Iglesias, il secondo è l'imprenditore di San Vero Milis già in coma.

06 ottobre 2011
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Salgono a due i casi accertati di febbre del Nilo in Sardegna: un paziente è ricoverato a Iglesia, l'altro è l'imprenditore di San Vero Mili già in coma.

La conferma è arrivata dal direttore del dipartimento di malattie infettive dell'Iss, Gianni Rezza, secondo il quale dunque "esiste un focolaio limitato di infezioni che risalgono agli ultimi 10 giorni nell'area vicino ad Oristano". I test molecolari effettuati a tempo di record hanno anche messo in risalto che il ceppo del virus che causa la febbre del Nilo è lo stesso di quello che circola in Italia dal 2008 e che ha causato analoghi focolai in Emilia Romagna e in Veneto.
"Le persone colpite - ha spiegato Rezza - in genere sono persone anziane e raramente si evidenziano casi gravi, anche se possono capitare forme di meningoencefaliti". Il focolaio circoscritto a Oristano conferma che il virus sia presente in modo 'stabilizzato' in Italia da almeno 4 anni. Nel 2009-10 il virus si è concentrato soprattutto nelle zone del Veneto e Friuli e quest'anno si sono registrati 6 casi in Veneto, 1 nella Marche ed ora questi altri casi nell'oristanese. Il virus della febbre del Nilo, o west nile, precisa Rezza, "è presente in due diversi ceppi e circola anche in Europa¯. In Italia, il virus ha dato luogo ad almeno due decessi ed ha determinato negli anni casi sporadici, ma che tendono ad aggregarsi in alcune zone. Non si può comunque parlare di 'epidemie' - precisa l'esperto - bensì di focolai. Dato che la trasmissione è legata alle zanzare di tipo culex, rileva inoltre Rezza, "di solito il periodo di insorgenza dei casi è tra agosto e settembre, quando le zanzare sono attive, ma con l'arrivo del freddo autunnale i casi diminuiscono". L'invito di Rezza è comunque a non creare allarmismi: "Non c'è una situazione di allarme - afferma - ma nelle aree che risultano colpite va ovviamente fatto un attento monitoraggio e disinfestazione del territorio. Inoltre, già in presenza di casi solo sospetti - aggiunge - vengono automaticamente prese misure preventive quali il blocco delle trasfusioni di sangue". Il virus della febbre del Nilo, o malattia West Nile , prende il nome dal distretto di West Nile in Uganda, dove questo virus è stato isolato per la prima volta nel 1937 in una donna che soffriva di una febbre particolarmente alta. Il virus viene trasmesso all'uomo dalla puntura delle zanzare ma anche gli uccelli, migratori o domestici, giocano un ruolo cruciale perchè permettono lo spostamento del virus dall'Africa alle zone temperate: le zanzare pungono gli uccelli migratori e asportano così sangue infetto, infettando sè stesse e ogni altro animale, uomo compreso.
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