La Nuova Sardegna

«Basta con gli appalti sotto costo»

Accanto: i presidenti di Legacoop Claudio Atzori e di Confapi Cesello Putzu A destra, la prefettura Sotto, raccolta differenziata dei rifiuti urbani
Accanto: i presidenti di Legacoop Claudio Atzori e di Confapi Cesello Putzu A destra, la prefettura Sotto, raccolta differenziata dei rifiuti urbani

Irregolari 14 imprese su 22 che vincono i lavori: tutte del Meridione

07 ottobre 2011
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 ORISTANO. Pulizie, mense, assistenza, raccolta dei rifiuti. Sott'accusa gli appalti per i servizi banditi dagli enti pubblici: vengono assegnati sotto costo, con conseguenti irregolarità nella sicurezza del lavoro e nel rispetto dei contratti. Legacoop e Confapi chiedono attraverso il prefetto l'istituzione di uno Sportello unico di controllo sulla regolarità degli appalti (Sua).  «Il settore degli appalti pubblici è sempre più connotato da elementi forti di criticità che si caratterizzano come effetto distorsivo della tendenza alla riduzione dei costi derivati dai tagli dei bilanci delle stazioni appaltanti». È lo scenario descritto dal presidente di Legacoop Claudio Atzori e di Confapi Cesello Putzu. L'esempio recente che spiega queste crepe è l'appalto per la raccolta differenziata dei rifiuti bandito di recente dall'Unione dei Comuni del Terralbese. È andato deserto. Una base troppo bassa che ha tenute lontane le coop e le piccole imprese dell'Oristanese, non attrezzate come capacità e economica e strutturale per poter assicurare il servizio con questi costi, e si sono tenute lontane anche quelle grosse, le solite che hanno già conquistato larga parte degli appalti in larga parte della Sardegna perchè hanno probabilmente subodorato aria di attività ispettive. «Tra le criticità maggiori - osservano Aztori e Putzu - ci sono le basi d'asta non congrue, che generano irregolarità soprattutto nelle gare al massimo ribasso e nei subappalti».  Le 22 aziende che hanno afferrato quasi per intero il sistema degli appalti pubblici dei servizi nell'isola, quelle passate al setaccio dei controlli nell'Oristanese (articolo accanto), sono tutte del Meridione, le loro sedi di provenienza si dividono nelle tre province di Napoli, Palermo e Reggio Calabria.  Il trucco per l'aggiudicazione si realizza con una sequenza di sconti impossibili: dai costi ridicoli del vestiario al gasolio a prezzi da acqua sporca, alimenti che neppure un discount venderebbe con quelle promozioni, supporti parasanitari a listino dozzinale, attività informative che svaniscono nel nulla, smaltimenti cumulativi. Insomma, una moltitudine di attività che riempiono il tritacarne delle irregolarità nel quale finiscono inevitabilmente anche la qualità dei servizi e il rispetto dei dipendenti. «Abbiamo verificato che sempre più non rispettano le tabelle ministeriali sul costo del lavoro nè le norme sulla sicurezza», ribadiscono i due presidenti. Ed è per queste ragioni che hanno denunciato il sistema selvaggio e inviato una richiesta al prefetto perchè coinvolga tutte le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali, le associazioni d'impresa, perchè nelle dinamiche degli appalti si faccia riferimento alle tariffe previste dagli ordini professionali.  Ma c'è anche una questione ambientale, di contesto nel quale le imprese vivono e operano che deve dare certezze: «Vogliamo ci sia un tavolo che tolga alle imprese la paura di dover dire "a noi quella gara non va bene"», dicono Atzori e Putzu.  Si tratta di sgomberare il campo dai timori e dall'affollamento dei falchi sugli appalti. Due le proposte che arrivano dalla Legacoop e da Confapi e indirizzate a tutti gli 88 Comuni dell'Oristanese: promuovere la nascita del Sua (sportello unico appalti), che garantisca un esame tempestivo della congruità e regolarità degli appalti, e il potenziamento in una sola struttura operativa dell'Osservatorio, che valga per il sistema delle coop e per le piccole e medie imprese, con gli occhi puntati sull'applicazione del costo reale della manodopera e del contratto di lavoro. (gpm)

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