La Nuova Sardegna

I familiari mettono sotto accusa l'ospedale di Oristano

Elia Sanna

06 ottobre 2011
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 MARRUBIU. I familiari di Salvatore Schirru, di Marrubiu, ricoverato in rianimazione a Iglesias, hanno deciso di avviare azioni legali per fare luce sul comportamento dei medici dell'ospedale di Oristano. Analoga denuncia è stata presentata alla procura della Repubblica di Oristano dai familiari di Lucia Indico Fino, la donna di Nurachi morta tre settimane fa all'ospedale San Francesco di Nuoro.  «Vogliamo conoscere tutta la verità, vogliamo sapere come è perché è morta Lucia - ha denunciato l'anziana madre -, ci sono troppe cose che non vanno. Siamo ancora in attesa di conoscere l'esito dell'autopsia eseguita a Nuoro». Gli esami conosciuti hanno per ora escluso che Lucia Indico Fino sia deceduta a causa della febbre del Nilo. Ciò che si sa è che l'ex infermiera era arrivata al pronto soccorso dopo la puntura di un insetto. La situazione era precipitata e il 6 settembre era stato disposto il ricovero nel reparto malattie infettive di Nuoro. Qualche giorno dopo la donna è morta. «Vogliamo che sia fatta luce su quanto è accaduto in ospedale - dice la madre -, per sapere se ci siano responsabilità da parte dei medici del San Martino».  Analoga la denuncia che arriva da Marrubiu: «Mio padre si è sentito male il 20 settembre dopo essere stato punto da un insetto, ed è stato quindi trasferito in ambulanza al San Martino - ha dichiarato uno dei figli di Salvatore Schirru -. Dopo una radiografia toracica è stato rispedito a casa. Il giorno dopo ha accusato gli stessi sintomi, un forte mal di testa, ed è stato nuovamente trasportato al pronto soccorso. La notte si è aggravato ed è stato deciso di inviarlo nel reparto di medicina infettiva di Cagliari. Poi il trasferimento ad Iglesias. Ora sta malissimo ed è tenuto in vita dall'ossigeno. A Oristano potrebbero essere stati persi due giorni importanti». Come ha confermato la Regione, è stata accertato che Salvatore Schirru ha una meningoencefalite e che nel suo sangue sono presenti gli Igm, anticorpi del virus della febbre del Nilo, ma non i virus di questa. Ciò non esclude che il paziente possa aver contratto la West Nile Desease.
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