La Nuova Sardegna

«L'ateneo non dialoga con la città»

A fianco il rettore Giovanni Melis, a destra un momento della protesta di ieri sera degli studenti fuori corso
A fianco il rettore Giovanni Melis, a destra un momento della protesta di ieri sera degli studenti fuori corso

Critici Cgil e Cisl: manca un rapporto coi problemi del territorio

07 ottobre 2011
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 CAGLIARI. Università in fibrillazione: per il nuovo statuto, per le decisioni prese sui fuori corso e per i riflessi dei tagli ai trasferimenti. Secondo molti studenti fuori sede, ad esempio, il numero delle borse di studio dell'Ersu è stato ridotto o, in ogni caso, è del tutto insufficiente visto che per le matricole su 1.901 domande, hanno beneficiato del contributo solo 922 universitari.  Ma va detto, come precisato da Giovanna (studentessa in Scienze politiche fuori sede), «che i miei familiari hanno un reddito di 9.900 euro annuo, ma nonostante questo non sono rientrata tra i beneficiari. Mentre i genitori dell'ultimo in graduatoria, che ha avuto accesso al contributo, hanno circa 8.400 euro». Una situazione che mostra le forti difficoltà degli universitari fuori sede meno abbienti, soprattutto se si considera che una camera in affitto costa in media 230 euro al mese o circa 200 se lo studente alloggia in una camera doppia.  Per quanto riguarda la riforma dello statuto, il problema «è salito alla ribalta, a causa delle vibrate proteste del sindacato interno contro il rettore dell'università Giovanni Melis - afferma Fabrizio Carta, segretario generale territoriale della Cisl - che si oppone a che sieda nel consiglio d'amministrazione un rappresentante eletto dal personale tecnico amministrativo». Posto che i rappresentanti dei lavoratori condividono la richiesta di una maggiore partecipazione, «la questione va anche oltre - continua Carta - secondo noi il rettore e l'università nel suo insieme dovrebbero affrontare il rapporto tra il mondo accademico e la società esterna. Se, infatti, si sostiene da più parti e giustamente che l'università, la ricerca e la cultura sono un volano dello sviluppo socio economico, bisogna anche essere conseguenti e riannodare i fili tra l'ateneo e il mondo produttivo, le associazioni, il sindacato (che rappresenta i lavoratori), i pensionati e i disoccupati».  Critica anche la posizione della Cgil: «Sullo statuto - spiega Nicola Marongiu, segretario della Camera del lavoro cittadina - secondo noi il rettore punta a una semplificazione che non capiamo. Ci pare evidente che c'è una riduzione del ruolo degli organi di indirizzo dell'attività accademica. Se dovessi dirlo in modo brutale: questo è un ateneo in cui pesa solo il corpo docente, mentre le altre componenti (tecnico amministrativi e studenti) sembrerebbero avere meno diritto di parola». Poi c'è «un problema annoso che riguarda Cagliari e il rapporto tra ricerca e città - prosegue Marongiu - non solo tra i singoli docenti e le varie parti del centro urbano, ma dell'ateneo nel suo complesso. E questo manca». Il sindaco Massimo Zedda nelle sue dichiarazioni programmatiche ha accennato al San Giovanni di Dio... «Ma si tratta di capire - conclude Marongiu - come un polo dove si fa ricerca possa essere messo al servizio di una realtà complessa come Cagliari. Mentre questa non sembra un'università che dialoga con la città».  La questione è che un centro come Cagliari e l'intera Sardegna, «realtà che vivono una fortissima crisi occupazionale e sociale - precisa Carta - e che vedono un incremento costante di povertà, non solo materiale, hanno bisogno assoluto di un'università che non rimanga un mondo chiuso in se stesso. La gestione dell'ateneo va condotta con rigore scientifico ed economico, ma non può essere simile a quella di un'azienda di credito. Insomma, non ci si può limitare a sfornare laureati o ad espellere fuori corso, bisogna collegarsi strettamente con il mondo del lavoro, svolgendo il ruolo di cerniera tra lo studio e l'accesso al lavoro e diffondendo i germi della cultura e della formazione». In questo senso i sindacati chiedono al rettore un «confronto aperto» con le forze sociali. (.r.p)
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